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8 luglio 2014

Stalking e mafia, no a divieto carcere

Il parere dell’ANM sul dl 92/2014 illustrato davanti alla commissione giustizia della Camera


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L’ANM esprime parere decisamente contrario al divieto di applicazione della custodia cautelare in carcere nel caso in cui il giudice ritenga che “all'esito del giudizio la pena detentiva da eseguire non sarà superiore a tre anni”. Numerose le ragioni. Tra queste: il divieto non è sottoposto a limite alcuno né sotto il profilo soggettivo (con riguardo, ad esempio, alla recidiva) né sotto quello oggettivo. Esso opera anche con riferimento ai reati di mafia, a quelli di rapina ed estorsione aggravata, furto in abitazione e con strappo, stalking e maltrattamento in famiglia aggravati; in tali situazioni, la misura relativamente contenuta della pena non esclude affatto condizioni di concreta, elevata pericolosità. Ovviamente, sarebbe poi difficile applicare la custodia in carcere nel caso dei reati finanziari, di quelli di corruzione e finanziamento illecito dei partiti politici, vista l’entità della pena abitualmente inflitta per tali crimini, di rado superiore alla soglia dei tre anni.


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