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21 dicembre 2014

I magistrati: sulla corruzione misure deboli

Corriere della Sera


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I magistrati vanno all'attacco del governo. E non fanno sconti alle politiche sulla giu- stizia messe in cantiere da questo esecutivo. Anzi. L'attacco e` stato sferrato praticamente a trecentosessanta gradi davanti al vertice del sindacato delle «toghe»
Ieri mattina si e` riunito il direttivo dell'Associazione nazionale E ci ha pensato il presidente, Rodolfo Sabelli a farsi portavoce delle critiche alla debolezze delle riforme, sulle scelte del governo. «Servirebbero meno stupore, meno scandalo e più determinazione», ha esordito il presidente Sabelli. E poi ha aggiunto: «La politica sembra oggi accorgersi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni».
Nel mirino di Rodolfo Sabelli, e di tutta l'Anm, i provvedimenti sulla corruzione, ma anche quelli sulla prescrizione e, soprattutto, l'annunciata riforma sulla responsabilità civile dei magistrati.
Non ha dubbi il presidente dell'Anm: «La riforma della responsabilità civile costituisce una specie di ossessione della politica e non da tre, ma da trent'anni almeno». Ai magistrati non piacciono nemmeno i provvedimenti del governo in tema di contrasto alla corruzione. Il presidente Sabelli lo diche con chiarezza: «Oggi la politica usa toni indignati che vorrebbe rimediare alla debolezza delle riforme, peraltro più annunciate che realizzate».
Secondo il sindacato delle toghe sono state soltanto le cronache giudiziarie di questi giorni che hanno smosso le acque rispetto alla corruzione. «Hanno ridestato un dibattito che pareva sopito», rileva Sabelli. E aggiunge: «Il dibattito si è riaperto su proposte che suscitano nel mondo politico divisioni e polemiche piuttosto che consensi. Ma anche questo accendersi episodico di fiamma appare effimero».
Sabelli ha quindi precisato: «I toni di indignazione che la politica intera ha levato all’esplodere dell’ennesimo gravissimo scandalo stridono con la debolezza delle annunciate proposte governative: aumento della pena e limiti del patteggiamento».
Dura la replica del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi: «I magistrati dovrebbero parlare attraverso le loro sentenze, applicare le leggi, non commentarle o scriverle, quello spetta ai parlamentari».
Il direttivo dell’Anm ieri si è riunito per decidere le iniziative di mobilitazione della categoria, già deliberate in un’assemblea il 9 novembre scorso. Alla fine ha prevalso il tono morbido del dialogo.
Rimane la convocazione della «Giornata della giustizia», il 19 gennaio prossimo. Ma invece di mobilitazioni dure (come il ventilato sciopero), l’Anm ha deciso per una linea di informazione ai cittadini, promulgando la realizzazione di manifesti che riassumano la criticità della riforma della responsabilità civile. Manifesti da affiggere, appunto, nella giornata della Giustizia, in tutti i tribunali e nelle Corti italiani.
Lo scontento dei magistrati si è manifestato anche verso i provvedimenti annunciati in tema di prescrizione. Il punto centrale è la durata dei processi. «La proposta annunciata a fine agosto è ancora in fase di elaborazione», premette il presidente Sabelli. E poi spiega: «Ma sembra che questa proposta si stia muovendo verso l’introduzione di nuove ipotesi temporanee di sospensione nelle fasi di impugnazione, al quale si aggiunge il recente annuncio di un probabile allungamento del termine ordinario. E tutto questo, paradossalmente, porterebbe ad allungare ancora di più la durata dei processi».


Corriere della Sera


 


 


 


 


 


 






 




 






 



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