L'ANM è l'associazione cui aderisce il 96% circa
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.
    

27 aprile 2016

Prescrizione, la riforma è indifferibile

La Giunta dell'ANM chiede interventi urgenti anche nel civile

"L’Associazione Nazionale Magistrati, in relazione al dibattito emerso negli ultimi giorni, nell’affermare il proprio ruolo collegiale di interlocutore istituzionale, ribadisce la necessità di intervenire sui temi della giustizia e rifiuta ogni tentativo di strumentalizzazione del proprio operato". Lo scrive in un comunicato la Giunta Esecutiva Centrale dell'ANM all'esito della riunione di oggi. "Intende pertanto -si legge ancora- continuare a fornire contributi tecnici, mediante proposte concrete e di contenuto, ad ogni iniziativa legislativa che possa migliorare l’esercizio della giurisdizione, la tutela dei diritti, le condizioni di lavoro dei magistrati e, con esse, il servizio ai cittadini, compito esclusivo della magistratura.
L’ANM vigilerà in maniera rigorosa e determinata a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, nello spirito di dialogo e collaborazione con le Istituzioni. Per questo, valuta positivamente le ultime dichiarazioni del Ministro della Giustizia aperte al confronto ed è pronta a discutere ogni proposta finalizzata a rendere più efficiente la giustizia. A tal proposito, la Giunta Esecutiva Centrale evidenzia l’urgenza di riforme strutturali del settore civile e di quello penale e tra esse ritiene prioritari interventi organici finalizzati a combattere efficacemente la corruzione, che sempre più investe settori della Pubblica Amministrazione; ciò anche attraverso un’indifferibile e complessiva riforma dell’istituto della prescrizione, la quale non si esaurisca nell’adozione di norme che si limitino ad innalzare i termini per i diversi gradi di giudizio, misura che non impedirebbe comunque la vanificazione dell’azione giudiziaria.
La Giunta -conclude- intende porre l’attenzione anche sulle gravi condizioni di lavoro che vivono quotidianamente i giudici del settore civile, costretti a gestire un contenzioso numericamente insostenibile, tra le difficoltà derivanti dall’insufficienza delle risorse materiali e del personale e dalle disfunzioni connesse all’introduzione del processo civile telematico".



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