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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

26 gennaio 2017

"No a un Governo che sceglie i magistrati da mantenere in servizio"

L'ANM denuncia il vulnus costituzionale causato dal Dl 168


Conferenza stampa 26genn17 scritta

L’Associazione Nazionale Magistrati ha immediatamente denunciato il vulnus costituzionale causato dall’approvazione, lo scorso 31 agosto, del D.L. 168/2016.


La scelta legislativa, adottata con decretazione d’urgenza (che mal si concilia con la materia dell’ordinamento giudiziario) di mantenere in servizio solo pochissimi magistrati, tutti degli uffici di legittimità, è discriminatoria per tutti gli altri magistrati italiani perché ha previsto, con intervento in contrasto con i principi costituzionali, due categorie di magistrati, i pochi di una categoria superiore, che devono rimanere in servizio, tutti gli altri di una categoria inferiore, che devono essere collocati a riposo. Una legge generale che si applica a tutti e una legge speciale che si applica a pochi, così incidendo anche sulla composizione dell’Organo di governo autonomo della magistratura.


Si è così creata l’immagine di un Esecutivo che sceglie i magistrati da trattenere in servizio o da collocare a riposo. 


Così come risulta assolutamente inaccettabile la motivazione con cui si è giustificata la scelta di adottare il D.L. 168/2016, secondo cui, contrariamente ad una innegabile e da tutti riconosciuta realtà, alcuni uffici giudiziari soffrono le difficoltà del sistema giudiziario più di tutti gli altri.


Ci è sembrata, peraltro, una motivazione irrispettosa delle migliaia di colleghi che, in silenzio e con grande spirito di sacrificio e forte senso dello Stato, anche nella Corte di Cassazione, sopperiscono ogni giorno alle carenze strutturali della giustizia, così permettendo, pur tra mille difficoltà, il suo funzionamento.


Abbiamo, inoltre, denunciato le distorsioni causate dall’innalzamento da tre a quattro anni, previsto nello stesso provvedimento d’urgenza, del termine per poter chiedere il trasferimento di sede, misura di facciata in quanto totalmente inadeguata a garantire la funzionalità degli uffici. Scelta che, se non modificata, è lesiva di tutto l’ordine giudiziario e danneggia in primo luogo i magistrati di prima nomina, spina dorsale delle realtà giudiziarie più difficili del Paese, incidendo senza alcuna disciplina transitoria sul loro percorso professionale.


Con senso delle Istituzioni, perché consapevoli dell’alta funzione costituzionale svolta, abbiamo percorso la strada del dialogo con il Governo, proponendo correzioni volte a rimuovere le discriminazioni e a sopperire alle gravi carenze di organico, perché i nostri unici obiettivi sono sempre stati quelli di ripristinare i principi violati e garantire l’efficienza del sistema.


Dialogo fortemente minato alla vigilia dell’incontro di Palazzo Chigi del 24 ottobre quando, a riunione già fissata, il decreto legge è stato convertito utilizzando lo strumento della fiducia senza la rimozione dello strappo costituzionale creato.


Ciononostante, in quell’incontro di fine ottobre l’Esecutivo ha assunto precisi impegni politici, confermati ufficialmente nelle settimane successive.


Abbiamo, purtroppo, registrato che nessuno degli impegni è stato mantenuto, neanche attraverso il decreto mille proroghe, ulteriore e per taluni versi ultima occasione utile per correggere alcune delle irrimediabili conseguenze del D.L. 168/2016.


Ecco perché l’Associazione Nazionale Magistrati ha deciso di non partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione. Una scelta sofferta e simbolica, che non deve essere letta come uno sgarbo istituzionale, ma come la ferma risposta agli impegni politici non mantenuti e la manifestazione del dissenso verso un intervento normativo che ci preoccupa. Una scelta che rappresenta anche il segno del nostro impegno finalizzato a voler riaffermare il principio di indipendenza della magistratura, a difesa del quale profonderemo tutte le nostre energie, principio che riteniamo essere stato minato da un decreto legge incostituzionale, discriminatorio ed inopportuno.


Ecco perché, al contrario, l’Associazione Nazionale Magistrati ha deciso di partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario nei Distretti. È un modo per dimostrare vicinanza ai colleghi di tutte le realtà giudiziarie del Paesee per sostenerli nel loro grido di allarme – condiviso da tutti gli operatori della giustizia – finalizzato ad ottenere interventi strutturali a favore del sistema giudiziario attraverso una pianificazione organica e pluriennale.


Al Governo chiediamo, pertanto, non leggi di corto respiro ma riforme sistematiche per ridurre i tempi di celebrazione dei processi consentendo di mantenere alta la qualità, reclutamento massiccio di personale amministrativo, accelerazione delle procedure per coprire la grave carenza di organico della magistratura, interventi per affrontare l’emergenza dei migranti, adeguate risorse per l’edilizia giudiziaria, l’informatica e la sicurezza negli uffici giudiziari: in sostanza misure per migliorare ed elevare il servizio ai cittadini, i primi a volere tutto quello che chiediamo.


Video della conferenza stampa



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