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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

3 giugno 2010

Palamara e Cascini sulla questione disciplinare

La libertà di manifestazione del pensiero è un valore fondamentale e irrinunciabile in uno Stato democratico di diritto.
Essa può trovare solo due limiti: nelle regole di civile educazione e in quelle del codice penale a tutela dell'onore e della reputazione delle persone.
Il primo è un limite di carattere deontologico che trova come unica sanzione quella della comune riprovazione degli altri consociati.
Il secondo è un limite di carattere giuridico, che può trovare una sanzione giuridica nelle sedi proprie (tribunale civile o penale) su istanza della persona offesa.
La giurisprudenza, ormai consolidata, in materia di diffamazione offre un quadro sufficientemente chiaro di orientamento in ordine al delicato equilibrio tra libertà di espressione e tutela della reputazione.
La lista della Associazione nazionale magistrati è una lista riservata agli iscritti all'associazione e anche per questo è nata senza alcun filtro, senza moderatori, proprio per garantire nella maniera più ampia possibile la libertà di espressione dei colleghi.
Più volte, su questa lista, abbiamo cercato di richiamare i colleghi al rispetto dei due limiti richiamati sopra; lo abbiamo fatto senza intenti censori o punitivi, senza minacciare querele, ma solo utilizzando l'arma del ragionamento e del civile confronto e cercando sempre di trarre spunti di riflessione e di approfondimento anche dalle critiche più aspre e persino dalle
offese alla nostra dignità personale e professionale che ci sono state in alcuni casi rivolte.
Questi concetti li abbiamo ribaditi anche in occasione di alcuni interventi sulla lista in merito alla vicenda delle prove scritte del concorso in magistratura.
L'aggressione, la denigrazione, il dileggio, l'insulto nei confronti di chi ha opinioni diverse dalle nostre possono essere per alcuni fonte di gratificazione emotiva, ma uccidono il dibattito e il confronto, in quanto squalificano chi usa questo linguaggio e ne danneggiano le opinioni, allontanano le persone dal dibattito e impediscono, di fatto, un confronto sui contenuti.
Tutto questo ci consente di dire, con altrettanta nettezza, che l'iniziativa disciplinare avviata nei confronti di alcuni colleghi, che configura un illecito disciplinare extrafunzionale nel contenuto di mails inviate alla lista, appare pericolosa e fuorviante.
Non è in alcun modo accettabile che il dibattito interno alla nostra associazione possa essere sottoposto a sindacato in sede disciplinare. In questo modo si rischia, infatti, di menomare gravemente il diritto di manifestazione del pensiero e di soffocare la libertà di discussione e di confronto all'interno dell'associazione, anche nelle sue asprezze e nei suoi eccessi, ed anche sulle sue asprezze e sui suoi eccessi.
Di questo dovremo discutere nel CDC di sabato prossimo.


P.S. Nella riunione della Giunta di ieri, nel corso della quale abbiamo approvato un documento sulle intercettazioni, abbiamo incontrato prima i rappresentanti delle magistrature onorarie e poi i procuratori degli uffici disagiati, si è protratta fino a tardi.
La mattina di oggi è stata occupata a recuperare quello che non abbiamo fatto ieri. Ci dispiace se questo ci ha impedito di intervenire tempestivamente sulla questione


Il Presidente, Luca Palmara
Il Segretario Generale, Giuseppe Cascini


 


 


 


 


 



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