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18 giugno 2010

I numeri sulla legge Cirielli

Magistratura e avvocatura hanno lanciato l'allarme per ildisastro che sarebbe determinato sul sistema penale dallalegge ex Cirielli. Il Ministro Castelli ha il dovere difornire al Parlamento, ma anche all'opinione pubblica e aglioperatori del diritto l'analisi di impatto della normativaproposta.


Magistratura e
avvocatura hanno lanciato l'allarme per il disastro che
sarebbe determinato sul sistema penale dalla legge ex
Cirielli. Il Ministro Castelli ha il dovere di fornire al
Parlamento, ma anche all'opinione pubblica e agli operatori del
diritto l'analisi di impatto della normativa proposta.



Con circolare prot. 157/DS del
2.2.2005 la Direzione generale di Statistica del Ministero della
Giustizia ha chiesto a tutte le Corti di Appello di
fornire entro il 9.2.2005 una serie dettagliata di dati
relativi ai procedimenti pendenti alla data del 31.12.2004.
Per la tenuta dei registri in 16 Distretti è utilizzato il software
ministeriale Re.Ca, in altre 4 un sofware non ufficiale, nelle
restanti 9 il registro cartaceo.



Le Corti hanno risposto
tempestivamente, sebbene con un diverso livello di
accuratezza. In particolare per le Corti che usano il
sistema Reca (oltre 2/3 del numero totale dei procedimenti) in
molti casi la casella "data di prescrizione" non era tenuta
aggiornata, ma poiché per ogni singolo procedimento risultava il
titolo del reato e la data di commissione, il Ministero disponeva
comunque  dei dati necessari per procedere alla
elaborazione. Inoltre tra le Corti che usano software non
ufficiale, la più grande, Bologna, dispone di dati completi
sulla prescrizione.



Nella materia della tenuta dei
registri, il Ministro al quale in base all'art. 110 cost 
spettano "l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi
alla giustizia" è il vertice gerarchico ed il responsabile
politico; quando il Ministro necessita di dati  "ordina"
che gli siano trasmessi, se i dati trasmessi sono incompleti ha il
dovere di "ordinare" che essi siano integrati.



Risulta che il Ministro, salvo il
caso di Roma dove vi è stata una collaborazione diretta tra i
funzionari ministeriali e quelli della locale Corte di appello, da
aprile  ad oggi, e sono passato oltre cinque mesi, non ha
fatto più nulla, non ha rivolto alcun sollecito, alcuna richiesta
di integrazione dei dati mancanti.



Eppure sarebbe stato agevole
ottenere dati più completi. Basti un esempio: a Cagliari (in una
delle sedi in cui i registri ufficiali sono ancora
cartacei) in due giorni i rappresentanti
dell'Anm hanno raccolti il dato della prescrizione
per 2434 procedimenti.



Il Ministro è inadempiente a fronte
della responsabilità che la Costituzione gli affida.



Peraltro i dati trasmessi, pur se
incompleti, potevano e dovevano essere utilizzati  come base
per ulteriori elaborazioni e analisi di impatto.



Il Ministro, nella sua risposta del
20 settembre u.s. alla Commissione giustizia della Camera, ha
parlato di un campione del 12%; evidentemente fa riferimento
ai soli procedimenti delle Corti informatizzate con Re.Ca
per i quali era pervenuto il dato già completo con la data di
prescrizione calcolata. Se si aggiungono i dati della Corte di
Bologna, forniti in modo completo, si arriva ad una campione
di  quasi il 20 %.



Nonostante il Ministro
colpevolmente non abbia fatto nulla per sollecitare informazioni
più complete e quindi ottenere una più ampia base dei dati da
elaborare, il campione a disposizione è più che significativo,
perché copre le Corti di Appello più grandi, ma
anche alcune piccole, è equilibrato geograficamente tra nord e sud,
tra sedi che si caratterizzano per criminalità organizzata e 
altre per reati economici finanziari.



E' ragionevole ritenere che 
siano confermate le più pessimistiche previsioni, che vedono a
rischio tra il 30% e il 40% dei procedimenti, con una
triplicazione delle prescrizioni rispetto alla situazione attuale.
L'affermazione di amnistia generalizzata è dunque del tutto
pertinente e per di più particolarmente preoccupante per la
tipologia dei reati a rischi prescrizione.



Si aggiunga che il Ministro non
dispone di dati sulla Cassazione per la semplice ragione che non li
ha chiesti; per i processi già pendenti in cassazione, la norma
transitoria (peraltro formulata in modo incomprensibile) non è in
grado di risolvere il problema e per di più il rischio prescrizione
sarà elevatissimo per quei processi già decisi in appello e che non
sono ancora pervenuti in cassazione in attesa dei dovuti
adempimenti.



Noi come magistrati ci impegniamo
se la legge verrà approvata a fornire e pubblicizzare
periodicamente i dati dei processi che la legge ex-Cirielli, che
ormai a buon diritto si potrà chiamare Legge Castelli, avrà
destinato alla prescrizione e dunque dei reati che Castelli
avrà voluto rimangano impuniti.




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