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15 settembre 2011

Lettera della Cpo agli iscritti per assemblea generale 2011

In vista dell'Assemblea Generale del 22 ottobre 2011, la Commissione Pari Opportunità dell'Anm,sulla scorta del lungo lavoro di riflessione e di elaborazione di questi ultimi anni, INVITA iscritte e iscritti all'Anm a sostenere la proposta di modifica dello Statuto dell'Associazione in tema di quote di risultato di genere al 50%nelle elezioni per il Cdc.


In vista dell'Assemblea Generale
del 22 ottobre 2011, la Commissione Pari Opportunità dell'Anm,
sulla scorta del lungo lavoro di riflessione e di elaborazione di
questi ultimi anni,

 

INVITA iscritte e iscritti all'Anm a sostenere la
proposta di modifica dello Statuto dell'Associazione in tema di
quote di risultato di genere al 50% nelle elezioni per il Cdc



perché va
ribadita la necessità - già ampiamente documentata nella Relazione
alla proposta - di superare la fase delle quote di candidature,
inadeguate a risolvere la questione della rappresentanza duale e
paritaria, come testimoniato dalla estrema sottorappresentazione
delle magistrate nelle istanze apicali dell'associazionismo,
soprattutto tenuto conto della sostanziale equiparazione delle
presenze maschili e femminili nella magistratura;



perché
l'unica efficace e ragionevole strategia per realizzare l'equità
nella rappresentanza è quella paritaria ed in senso contrario non è
più invocabile alcun principio di gradualità, atteso che da anni il
tentativo di superare il divario di presenza di genere è andato
frustrato;



perché
una partecipazione equilibrata (50%-50%) anche in seno agli organi
di vertice è l'unica in grado di assicurare da parte
dell'Associazione nella sua concreta azione di rappresentanza
l'acquisizione del patrimonio umano, culturale, sociale, di
sensibilità e professionalità, che arricchisce e valorizza lo
specifico della diversità di genere;



perché il
fondamentale principio di eguaglianza sostanziale ed il diritto di
scelta dell'elettorato non sono tra loro in conflitto ma vanno
contemperati e quindi le modalità di esercizio del secondo devono -
come affermato anche dalla Corte costituzionale - essere
regolamentate in modo da non sacrificare il primo;



dunque appare non coerente con i
principi e gli obiettivi sopra indicati il contenuto del già
presentato emendamento Di Grazia-Cerroni che ipotizza una quota di
risultato di genere del solo 30%;



AUSPICA su tali
presupposti -appieno inseriti nelle istanze di più ampia
partecipazione di tutta la magistratura nelle scelte associative,
che sono al fondo della richiesta dell'Assemblea Generale- il
massimo coinvolgimento alla discussione sul punto nelle Assemblee
preparatorie ed in quella Generale, perché anche le quote sono uno
strumento per allargare la partecipazione alla vita
associativa.




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