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AREA GENERALE | Comunicati stampa
22 giugno 2016

Ministero intervenga su carenze organico personale o sistema giustizia rischia paralisi

La Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, come già più volte segnalato, anche nel corso dei più recenti incontri istituzionali, denuncia la gravissima situazione di crisi e la reale emergenza nella quale versano gli Uffici giudiziari a causa dell’imponente scopertura di organico del personale amministrativo.
Sono passati ormai 19 anni dall’ultimo bando di concorso per l’assunzione di funzionari, assistenti giudiziari e cancellieri, per cui alla fine del 2015 – per effetto dei pensionamenti e del transito in altre amministrazioni o ruoli – l’organico del personale presenta una scopertura di oltre 9.000 unità pari a circa il 21% della dotazione.
Si tratta di un dato allarmante che comporta l’aumento progressivo del concreto rischio di blocco del sistema giudiziario, che condurrà all’impossibilità di rispondere alla domanda di giustizia dei cittadini.
La collaborazione del personale amministrativo è fondamentale e imprescindibile per l’assistenza ai magistrati nei procedimenti e per le essenziali attività successive all’adozione dei provvedimenti, per cui la sempre maggiore carenza, che ha raggiunto livelli inaccettabili, porta evidenti effetti negativi su ogni aspetto dell’esercizio della giurisdizione.
L’allarme riguarda sia il settore civile (nell’ambito del quale i carichi di lavoro sono ormai insostenibili) che quello penale (settore nel quale l’imponente insufficienza di assistenti e cancellieri, rallentando le procedure, incide significativamente, tra l’altro, anche sulla prescrizione dei reati, in tal modo vanificando l’azione giudiziaria).
Un intervento immediato – come richiesto anche dal CSM con una delibera dei giorni scorsi – appare ormai improcrastinabile, per cui è necessario un bando straordinario del ministro della Giustizia per il reclutamento di personale amministrativo qualificato da destinare agli Uffici giudiziari, se si vuole scongiurare la paralisi dell’intero sistema giudiziario italiano, che sarà inevitabile senza l’adozione dei provvedimenti urgenti invocati.