La riforma delle circoscrizioni
giudiziarie risponde a una necessità da tempo sostenuta
dall'Associazione Nazionale Magistrati. Purtroppo, le rigidità
contenute nella legge delega (in particolare, il necessario
collegamento fra Tribunale e città sede di capoluogo di Provincia e
il numero minimo di tre Tribunali per ciascuna Corte di appello)
hanno impedito interventi più incisivi e razionali. E' però motivo
di soddisfazione constatare come il decreto approvato dal Consiglio
dei Ministri faccia proprie alcune esigenze (che sembravano messe
in discussione da indiscrezioni di stampa) anch'esse sostenute con
forza dall'Anm:
la necessità, ribadita in
occasione della riunione di Giunta del 28 giugno scorso, di
conservare il rapporto diretto fra Procure e Tribunali, rapporto
effettivamente salvaguardato ad eccezione del solo caso di Napoli
Nord, situazione che l'Associazione si riserva di
approfondire;
l'opportunità di tenere conto di
alcune realtà locali, caratterizzate da situazioni di particolare
criminalità.
La riforma, purtroppo, non sarà
indolore e graverà anzitutto sui magistrati, sul personale
ausiliario e sul Foro degli Uffici soppressi, con disagi rilevanti
anche di natura personale. Dovrà, pertanto, essere cura del
Ministero della Giustizia e degli enti locali fornire le risorse e
dei Dirigenti degli Uffici "accorpanti" adottare gli schemi
organizzativi che consentano, al tempo stesso, di alleviare tali
disagi e di conseguire i migliori obiettivi di efficienza. Risorse
adeguate e buona organizzazione, insieme con l'individuazione di
opportune soluzioni logistiche, sono indispensabili per ottenere la
migliore riuscita della riforma e per evitare il protrarsi di un
faticoso periodo transitorio.
L'Anm farà la sua parte,
assicurando ai colleghi interessati dalla riforma ogni utile
assistenza sindacale.
Peraltro, nell'esprimere, in via
generale, parere favorevole al piano approvato dal Governo, l'Anm
non esclude la possibilità di suggerire correttivi e miglioramenti;
a tale scopo le Giunte sezionali interessate dalla riforma sono già
state invitate a collaborare con la Giunta nazionale nella
valutazione degli effetti di soppressioni e accorpamenti, allo
scopo di formulare, se del caso, le conseguenti proposte
correttive. Tali eventuali proposte, peraltro, dovranno fondarsi su
dati oggettivi e su esigenze che tengano conto dell'interesse
generale, onde evitare di dare spazio a istanze corporative e a
resistenze di carattere esclusivamente locale, dirette a
paralizzare la riforma.