Un siciliano che amava la sua terra
, Giangiacomo Ciaccio Montalto. Certo convinto, come disse il
Presidente Pertini in occasione del suo assassinio, che la mafia,
"questa ignobile minoranza", "non riuscirà mai a contaminare il
sano popolo siciliano". Cresciuto a Milano, laureatosi a Roma,
vinto il concorso in Magistratura chiede così come primo incarico
Trapani, la terra delle sue radici.
Tra i primi a cogliere la presenza
della mafia corleonese e le infiltrazioni di Cosa Nostra nelle
Istituzioni, tra i primi ad applicare la legge sul sequestro dei
beni "Rognoni-La Torre" e a portare avanti indagini sul riciclaggio
del denaro nelle imprese e nel sistema bancario e sul traffico
d'armi, in dodici anni di intensa attività inquirente Ciaccio
Montalto si rende ingombrante minaccia per gli affari mafiosi,
anche per la capacità di comprendere "culturalmente" il fenomeno,
anche per il suo essere un magistrato indipendente, tanto esterno
al "Palazzo" quanto capace di ascoltare i giovani ed i cittadini
onesti che incontrava. Il suo barbaro assassinio, un grave errore
per la mafia: Giangiacomo Ciaccio Montalto divenne esempio da
seguire per generazioni di magistrati.