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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.




https://www.associazionemagistrati.it/1071/inaugurazione_anno_giudiziario2013.htm
AREA GENERALE | Notizie
31 gennaio 2013

Sabelli: basta aggressioni, si pensi alle riforme

"L'attenzione del dibattitopolitico, purtroppo, si è spesso concentrata sulla modifica degliassetti della Magistratura, piuttosto che sul temadell'efficienza". E' un passaggio dell'interventoall'inaugurazione dell'anno giudiziario a Milano del presidentedell'Anm Rodolfo Sabelli, il quale ha citato come esempi il disegnodi riforma della responsabilità civile o il progetto di riforma delcodice di procedura penale che non sono stati approvati ma cheerano "il prodotto di posizioni pregiudiziali e aggressive neiriguardi della magistratura, posizioni che vanno per sempreabbandonate, per lasciare spazio a una leale collaborazione fraIstituzioni dello Stato, nel rispetto della reciproca autonomia.L'Associazione nazionale magistrati  - annuncia Sabelli - haelaborato una proposta complessiva di riforme, che a breve verràofferta alla riflessione pubblica". 


Signor Presidente, Autorità, Signore
e Signori,



l'inaugurazione dell'anno
giudiziario è momento consueto di bilanci e di proposte. Questa
volta la cerimonia coincide con la conclusione della XVI
legislatura.



Nei cinque anni trascorsi,
purtroppo, ancora una volta non si è raggiunto l'obiettivo di
realizzare una giustizia adeguata alle necessità del nostro Paese.
L'attenzione del dibattito politico, purtroppo, si è spesso
concentrata sulla modifica degli assetti della Magistratura,
piuttosto che sul tema dell'efficienza. Del tema della separazione
delle funzioni e delle carriere ha già parlato il Procuratore
Generale. Altri esempi ne sono il disegno di riforma della
responsabilità civile, che ha assorbito tempo ed energie su un
progetto che la cultura giuridica concordemente denunciava come
lesivo dei principi di indipendenza e autonomia della
giurisdizione; o il progetto di riforma del codice di procedura
penale che prevedeva, fra l'altro, l'alterazione dell'equilibrio
dei rapporti fra pubblico ministero e polizia giudiziaria. L'uno e
l'altro disegno, fortunatamente, non sono stati approvati, ma non
può non rimarcarsi come entrambi fossero il prodotto di posizioni
pregiudiziali e aggressive nei riguardi della magistratura,
posizioni che vanno per sempre abbandonate, per lasciare spazio a
una leale collaborazione fra Istituzioni dello Stato, nel rispetto
della reciproca autonomia.



L'Associazione nazionale magistrati
ha elaborato una proposta complessiva di riforme, che a breve verrà
offerta alla riflessione pubblica.



Nel campo dell'organizzazione,
l'ultima parte della legislatura ha prodotto finalmente l'attesa
riforma delle circoscrizioni giudiziarie, da tempo invocata anche
dalla magistratura associata. Occorre adesso procedere al riordino
delle piante organiche, secondo criteri che realizzino l'equilibrio
complessivo del sistema. L'Associazione magistrati intende offrire
un contributo costruttivo a quest'opera di riorganizzazione e
confidiamo che il Ministero della Giustizia vorrà tenere seriamente
in conto le osservazioni che saranno formulate.



Inoltre, nel 2014 sarà pienamente
operativo il processo civile telematico. Il programma di
un'informatizzazione avanzata dovrà essere esteso anche al sistema
penale. Perché l'intervento sia efficace occorrono però risorse, da
destinare agli strumenti materiali, agli applicativi, alla
riqualificazione del personale. E' una sfida che va affrontata e
vinta, per adeguare la giustizia alle esigenze di un grande Paese
qual è l'Italia, nella consapevolezza che gli investimenti nel
settore dell'innovazione producono non solo efficienza ma anche
risparmio di spesa.



Sulla strada delle riforme, sono
giunti di recente segnali confortanti, con leggi e con progetti
rimasti però in larga parte incompiuti. E' un'opera che,
auspichiamo, il nuovo Parlamento vorrà riprendere e sviluppare.
Come il Presidente della Corte ha ricordato, il percorso è ancora
lungo: nel civile si impongono l'abbattimento dell'arretrato e
disincentivi contro l'abuso del processo; nel penale, per limitarmi
a qualche esempio, la modifica del sistema sanzionatorio e della
disciplina della prescrizione, il rafforzamento dei reati nel
settore della criminalità economica, della pubblica amministrazione
e della criminalità organizzata, l'introduzione della messa alla
prova, la riforma del processo contumaciale e agli irreperibili,
l'estensione delle misure alternative e l'adozione di interventi
strutturali che eliminino la vergogna del sovraffollamento
carcerario; infine, la regolamentazione dei rapporti fra
Magistratura e Politica.



Infine, voglio ricordare che nel
2013 decorrono i cinquant'anni dall'ingresso delle donne in
magistratura, grazie alla legge 9 febbraio 1963 n.66, che aprì alle
donne, peraltro con grave ritardo, le porte di tutti gli impieghi
pubblici. Purtroppo, nonostante le colleghe costituiscano oggi
pressoché la metà dell'ordine giudiziario, il numero di posti
direttivi e semidirettivi occupati da donne, anche se in numero
crescente, restano nel complesso una minoranza; per non dire della
rappresentanza femminile negli organi di autogoverno. Temo che a
tale situazione non sia estranea la persistenza di difficoltà e di
vecchi pregiudizi, prodotto di epoche ormai superate.



All'auspicio di vedere realizzate,
fin dai prossimi mesi, le necessarie riforme processuali, voglio
aggiungere perciò l'augurio che a quegli squilibri sia posto
rapidamente rimedio.



Vi ringrazio.



Milano, 26 gennaio 2013