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AREA GENERALE | Notizie
29 settembre 2016

Sistema giustizia a rischio paralisi

Sabato 1° ottobre riuniti a Roma i capi degli uffici giudiziari per lanciare l’allarme sulla carenza del personale amministrativo

I capi degli uffici giudiziari del Paese riuniti a Roma per denunciare pubblicamente la gravissima situazione di crisi e la reale emergenza in cui si trova la giustizia a causa dell’imponente scopertura di organico del personale amministrativo e dell’intollerabile carenza di risorse. Sabato 1° ottobre nell’Aula Magna della Corte di Cassazione si è svolto il Comitato Direttivo Centrale straordinario dell’Associazione Nazionale Magistrati, al quale ha partecipato con il presidente dell’ANM Piercamillo Davigo, il segretario generale Francesco Minisci e i componenti della Giunta, una rappresentanza dei dirigenti degli uffici giudiziari di tutto il territorio. 

Sono passati ormai 19 anni dall’ultimo bando di concorso per l’assunzione di funzionari, assistenti giudiziari e cancellieri. Per effetto dei pensionamenti e del transito in altre amministrazioni o ruoli l’organico del personale presenta una scopertura di oltre 9.000 unità pari a circa il 21% della dotazione. E’ un dato allarmante che comporta il rischio concreto del blocco del sistema giudiziario, con l'impossibilità di rispondere alla domanda di giustizia dei cittadini. La collaborazione del personale amministrativo è fondamentale e imprescindibile per l’assistenza ai magistrati nei procedimenti e per le essenziali attività successive all’adozione dei provvedimenti, per cui la sempre maggiore carenza, che ha raggiunto livelli inaccettabili, porta evidenti effetti negativi su ogni aspetto dell’esercizio della giurisdizione. L’allarme riguarda sia il settore civile, nel quale i carichi di lavoro sono insostenibili, sia quello penale, dove l’insufficienza di assistenti e cancellieri, rallentando le procedure, incide anche sulla prescrizione dei reati, vanificando l’azione giudiziaria. Un intervento è improcrastinabile: è necessario un bando straordinario del ministro della Giustizia per il reclutamento di personale amministrativo qualificato da destinare agli uffici giudiziari se si vuole scongiurare la paralisi dell’intero sistema giudiziario italiano, che sarà inevitabile senza le misure invocate.

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