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ORGANI ANM | Documenti ufficiali
31 gennaio 2012

Tribunale delle imprese

L'ANM espone le criticità al Ministro della Giustizia

La Giunta esecutiva centrale dell'Anm, con la presenza di un componente di Magistratura Indipendente, è stata ricevuta oggi dal Ministro della giustizia, Paola Severino.
Nel corso dell'incontro, la Giunta ha affrontato le problematiche sottese all'entrata in vigore del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, in vigore dal24 gennaio 2012, che come noto ha disposto la trasformazione delle sezioni specializzate già esistenti in 12 sedi, istituite i11 o luglio 2003, modificando la denominazione da «Sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale» in «Sezioni specializzate in materia di impresa», a decorrere dal 23 aprile 2012, ed alle quali ha devoluto alcune competenze in materia societaria, nonché quelle relative alle azioni di classe di cui all'art. 140 del D.lgs. 206/2005.
La giunta dopo aver valutato con favore l'intento del legislatore di concentrare su un giudice specializzato controversie di particolare complessità, anche al fine di realizzare una velocizzazione delle procedure, ha tuttavia rappresentato al Ministro le seguenti criticità del testo proprio rispetto ai valori di "specializzazione" e di "accelerazione" delle controversie riguardanti le imprese che si intendono perseguire:

  1. scelta di accentramento delle controversie solo sui dodici tribunali già sede delle "sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale". Al riguardo si è sottolineato il rischio di creare notevoli difficoltà per le imprese aventi sede in territori nei quali non è presente la sezione specializzata, come, per fare un esempio, alle imprese della Sardegna per le quali la competenza viene attribuita al Tribunale di Roma. Di conseguenza è stato rappresentato come sarebbe stato preferibile optare per la concentrazione delle controversie presso il Tribunale capoluogo del distretto;
  2. criteri di attribuzione delle competenza. Al riguardo si è sottolineata la discutibilità della scelta che finisce per "frastagliare" le competenze in materia societaria con riferimento alle dimensioni dell'impresa coinvolta, ma solo per alcune materie, e nemmeno le più importanti, dettagliatamente indicate. Si è altresì rimarcato come tale criterio di attribuzione della competenza, oltre ad essere fortemente opinabile, in quanto concentra sul tribunale specializzato controversie anche di scarsa importanza, escludendone invece altre sicuramente di maggior rilievo (come i procedimenti di volontaria giurisdizione), rischia di creare un complesso contenzioso preliminare sulla competenza (si pensi soltanto alle questioni legate al controllo societario) tale da provocare un rallentamento piuttosto che una accelerazione dei relativi procedimenti;
  3. adeguamento degli organici e delle risorse dei Tribunali (o almeno di alcuni di essi) presso i quali verranno istituite le sezioni. Al riguardo si è sottolineato come la riforma non sembra avere adeguatamente valutato la consistenza qualitativa/numerica e della distribuzione sul territorio nazionale del contenzioso interessato dalla riforma con il rischio di sovraccaricare tali Tribunali e di rallentare i tempi di definizione delle controversie.

Dopo aver esposto le indicate criticità del testo l'Anm ha formulato le seguenti proposte al fine di riflettere sulla opportunità di ripensare l'intervento:

  1. riprogettare formule di "distrettualizzazione" che riguardino la competenza territoriale in materia non solo societaria e di appalti pubblici ma anche dei principali rapporti commerciali tra imprese;
  2. prevedere in corrispondenza a tali "spostamenti" di competenza -anche nella più ampia prospettiva della revisione della geografia giudiziaria- adeguate variazioni delle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo degli uffici giudiziari interessati alla variazione dei flussi di contenzioso nonché la possibilità di organizzazione di quelli "specializzati" anche con formule dipartimentali raggruppanti più sezioni;
  3. investire sulla telematica giudiziaria al fine di realizzare maggiori benefici per il mercato e per le imprese come dimostrano i dati economici sugli effetti dell'introduzione del decreto ingiuntivo telematico e della informatizzazione delle procedure esecutive e concorsuali allo stato implementato in un numero limitatissimo di uffici.

Il ministro della giustizia ha ascoltato con grande attenzione le argomentazioni dell'Anm assicurando che le stesse saranno oggetto di meditata riflessione in vista dei prossimi incontri con la stessa Anm, con rappresentati del Csm e dei Presidenti dei Tribunali.