L'ANM è l'associazione cui aderisce circa il 90%
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.




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AREA GENERALE | Comunicati stampa
3 novembre 2010

A fine novembre il XXX Congresso dell'Anm

Al centro del dibattito le riforme della giustizia e il rinnovamento della magistratura

Prenderà il via il 26 novembre, a Roma, alla presenza del Capo dello Stato, il XXX Congresso dell’Anm “I magistrati e la forza del rinnovamento – autoriforma, questione morale, organizzazione”.
Il Congresso, che proseguirà nelle giornate del 27 e del 28, indica una scelta obbligata: il rinnovamento. Si volta pagina, lasciando alle spalle ciò che non ha funzionato sia della macchina giudiziaria sia all’interno della magistratura.
Il Congresso si rivolge alla politica per sollecitare interventi urgenti sulle reali problematiche del mondo della giustizia e a tutti i magistrati per coinvolgerli in un percorso di cambiamento fondato sull’elaborazione di una nuova idea di autogoverno e di associazione.
L’Anm ribadisce la netta contrarietà ai progetti di riforma della Costituzione che riducono l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati senza portare alcun beneficio al funzionamento della giustizia. Le vere riforme di cui il Paese ha bisogno sono quelle che incidono sulla durata dei processi. Il Congresso chiede alla politica assunzione di responsabilità e coraggio delle scelte: revisione delle circoscrizioni giudiziarie, innovazione tecnologica, snellimento delle procedure, investimenti per il personale, risorse materiali, sono i primi indifferibili provvedimenti per invertire la rotta.
Il Congresso guarderà anche all’interno della magistratura per offrire una riflessione sui temi della professionalità, della questione morale e dell’organizzazione degli uffici. E per avanzare proposte per il recupero di risorse, per l’eliminazione del contenzioso inutile, per la revisione degli organici, per la definizione dei c.d. “standard di rendimento”.
Il superamento del sistema di progressione in carriera basato essenzialmente sull’anzianità e sull’assenza dei controlli è un punto di non ritorno; il passo successivo è il definitivo abbandono di un’idea di associazionismo troppo legata al modello di protezione del singolo.
L’ammodernamento della magistratura passa attraverso la valorizzazione del merito e della professionalità e la presa di distanza da una concezione clientelare o corporativa della categoria. Una nuova idea di autogoverno e di associazione, quindi, ma anche prassi e comportamenti nuovi. La moralità non deve più costituire una “questione”, ma un valore connaturato al ruolo di magistrato.