L’Associazione Nazionale Magistrati esprime soddisfazione per il fatto che, seppur con ritardo, il legislatore stia intervenendo sulla materia della Candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali (Proposta di legge 2188/A).
Evidenzia che il rispetto del principio costituzionalmente garantito della libertà di ogni cittadino di partecipare attivamente alla vita politica non consente alcuna negazione dell’esercizio del diritto di elettorato passivo da parte del cittadino magistrato e che le norme in via di approvazione appaiono opportunamente e adeguatamente regolamentare tale aspetto.
Evidenzia tuttavia che il punto maggiormente critico è costituito dal ritorno nella giurisdizione del magistrato che sia stato candidato, abbia svolto un mandato in funzioni pubbliche elettive o abbia ricoperto incarichi di governo nazionale o locale, cosa che potrebbe comprometterne la imparzialità e terzietà quanto meno sotto il profilo dell’immagine.
Rappresenta che, mentre per i magistrati candidati ma non eletti la soluzione adottata dall’art. 5 della proposta di legge appare adeguata, le previsioni relative ai magistrati che abbiano svolto il mandato elettorale e quelli che abbiano svolto incarichi di governo nazionale o locale non appaiono soddisfacenti, in quanto l’imparzialità e la terzietà della Magistratura possono essere garantite solo attraverso il collocamento definitivo del magistrato fuori dall’esercizio della giurisdizione, con funzioni amministrative non dirigenziali, di magistrato addetto, che già la legge riserva in via esclusiva ai magistrati, e con esclusione della possibilità di accedere alla magistratura di legittimità o di fare ritorno all’ufficio di provenienza (cfr. art. 6 co. 2, lettera a) della proposta di legge).
Approvato dal CDC con 4 voti contrari (Cartoni, Cilenti, Grasso, Esposito)