"Quella che si sta materializzando è una riforma che altera profondamente la fisionomia della giurisdizione. Il giudice, che la Costituzione vuole soggetto solo alla legge, viene piegato a un ruolo di sudditanza gerarchica al Capo dell’ufficio che sarà arbitro dei carichi di lavoro e delle carriere dei magistrati del suo ufficio a dispetto dei principi di indipendenza interna. Un processo di normalizzazione che mira a trasformare i magistrati in burocrati. Il fascicolo delle performance travasa inopportunamente logiche aziendalistiche all’interno dei palazzi di giustizia. L’input che viene dato è quello di ‘smaltire’ i fascicoli, adeguarsi pedissequamente ai precedenti giurisprudenziali dei giudici “superiori” se si vogliono, beninteso, scongiurare ripercussioni negative sul piano delle valutazioni di professionalità o sanzioni disciplinari".
L’errore di prospettiva è poi ritenere che la riforma di una sentenza o il rigetto di un’istanza cautelare del PM riveli l’errore del magistrato ‘sconfessato’. Ciò tradisce una prospettiva culturale di retroguardia: la verità processuale si costruisce gradualmente in un percorso alimentato nella dialettica fra le parti, nel rispetto delle regole del giusto processo e non è certo elemento precostituito o già preconfezionato".
Così il segretario generale dell'Anm Salvatore Casciaro su Huffington Post. Leggi l'articolo su Huffington Post Italia.