Oggi, come in ogni giorno dell’anno, l’ANM sottolinea la costante necessità di mantenere alta l’attenzione al contrasto alla violenza di genere.
È compito della magistratura saper reagire con professionalità e prontezza alle situazioni di rischio intervenendo con gli strumenti idonei per prevenire la degenerazione dell’aggressività e salvaguardare prima di tutto l’incolumità fisica delle vittime di violenza di genere.
Ma è altrettanto indispensabile saper riconoscere anche le forme più subdole di violenza che si manifestano con la denigrazione, il sopruso, lo svilimento, l’isolamento economico.
Occorre garantire che i diritti delle vittime vulnerabili – enunciati ormai da più di 20 anni dalle fonti internazionali e da tempo introdotti normativamente nel nostro sistema processuale - siano riconosciuti nel concreto svolgimento dell’attività giudiziaria, senza stereotipi o pregiudizi.
Occorre praticare il costante confronto con gli operatori dei servizi territoriali ai quali le donne si rivolgono nelle situazioni di emergenza, o per avviare un percorso di supporto per uscire dalla violenza. Ed ancora garantire la circolarità delle informazioni sul nucleo entro il quale la violenza è agita, tra il settore penale, civile e minorile.
Sono tutte attività che richiedono dedizione e risorse.
Purtroppo la costante scopertura degli organici e la pratica delle riforme normative “a costo zero” rendono difficile garantire la dovuta specializzazione su tutto il territorio nazionale, soprattutto nel settore giudicante. Ed ancora, solo il 30% degli uffici è dotato di un’aula protetta, adatta all’ascolto delle vittime vulnerabili.
L’impegno della magistratura si esprime dunque anche nella richiesta di destinazione delle risorse economiche ed umane necessarie a consentire l’effettiva tutela dei diritti delle vittime di violenza di genere, perché possano rivolgersi con fiducia al sistema giustizia e ottenere una risposta efficace.