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https://www.associazionemagistrati.it/3920/vogliono-delegittimare-le-toghe-ma-nessuno-ha-mai-seguito-scopi-politici.htm
AREA GENERALE | Interviste
18 febbraio 2023

Vogliono delegittimare le toghe. Ma nessuno ha mai seguito scopi politici

Intervista della vicepresidente dell'Anm Alessandra Maddalena al Dubbio

Incassata l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby ter, Forza Italia chiede l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sull'uso politico della giustizia. Ne parliamo con Alessandra Maddalena, vice presidente dell'Associazione nazionale magistrati che ci dice: «Mi preoccupa l'effetto di una operazione di questo genere, che si tradurrebbe solo in una pericolosa delegittimazione della magistratura, facendola apparire come interessata e di parte».
Sulla narrazione di un Berlusconi assolto per un "cavillo" conclude: i magistrati «quotidianamente» esercitano «la loro funzione nell'esclusivo rispetto delle regole del processo». 
Cosa pensa della possibilità di una commissione sull'uso politico della giustizia?
La magistratura non ha nulla da nascondere ma la considero una iniziativa assolutamente inappropriata. Negli ultimi decenni vi sono state numerose indagini e processi nei confronti di esponenti politici, che hanno inevitabilmente generato forti tensioni. Le pronunce di assoluzione con cui si sono conclusi alcuni processi non dimostrano certamente che vi sia stato un uso politico delle indagini. Perché i processi penali sono sempre una laboriosa ricerca della verità e si fanno proprio per questo, per confermare o meno la prospettazione accusatoria, che naturalmente deve essere sempre sostenuta da elementi idonei. Una sentenza di assoluzione non può significare inutilità del processo o, peggio, strumentalità delle indagini. Il pluralismo e la presenza di posizioni culturali diverse all'interno della magistratura non giustificano, poi, certamente il sospetto che le opzioni culturali abbiano nel concreto una incidenza sulle indagini o sull'esito dei processi. Si tratta di una affermazione indimostrata.
Secondo lei è una operazione trasparenza o si vuole un conflitto con le toghe?
Si finisce per far credere che alcuni magistrati abbiano piegato la giustizia a scopi politici, tradendo il dovere di imparzialità sancito dalla Costituzione. Non so se si voglia un conflitto con le toghe, però mi preoccupa l'effetto di una operazione di questo genere, che si tradurrebbe solo in una pericolosa delegittimazione della magistratura, facendola apparire come interessata e di parte. E i cittadini come potrebbero più fidarsi di magistrati dipinti come possibili "avversari politici"? 
Crede che il capitolo Tangentopoli non sia ancora chiuso? 
Come le ho detto, quando si indagano o si processano soggetti politici le tensioni sono inevitabili. Ma la soluzione non può essere quella di delegittimare la magistratura, insinuando il sospetto di una giurisdizione deviata. I provvedimenti giurisdizionali vanno letti e ci si deve confrontare solo con le motivazioni, eventualmente anche per sottoporle a critica. Il Paese non ha certamente bisogno di altri conflitti e mi auguro davvero che l'obiettivo di tutte le forze politiche sia, d'ora in poi, quello di superare le tensioni tra politica e magistratura e di realizzare un efficace processo riformatore, con il contributo di tutte le componenti del settore e con un insieme di norme e di risorse in grado di migliorare finalmente il servizio giustizia. 
Luca Palamara ha messo in luce indebiti contatti tra politici e magistrati. Non sarebbe questo un valido motivo per la commissione?
Stiamo parlando di una commissione di inchiesta che avrebbe il compito di portare alla luce distorsioni nell'esercizio concreto della giurisdizione. Chi parla di uso politico della giustizia dovrebbe citare fatti concreti di cui ha conoscenza diretta con riferimento a specifici procedimenti penali. 
Come valuta i distinguo all'interno della maggioranza sulla proposta?
Evidentemente una parte della politica ha compreso che i problemi da affrontare sono altri e che alimentare lo scontro tra politica e magistratura fa male solo ai cittadini, che hanno bisogno di credere nella giustizia, valore fondamentale in uno Stato di diritto, la cui azione ha bisogno di fiducia per poter essere compiutamente realizzata. 
Molti dicono: Berlusconi assolto per un cavillo. Qualcuno replica: sono le regole dello Stato di diritto. Lei con chi sta?
Io sto con la Costituzione e con il rispetto tra le istituzioni democratiche. E mi consenta quest'ultima considerazione: è sufficiente praticare le aule di giustizia per rendersi conto di come i magistrati, pur tra mille difficoltà, frutto anche di decenni di disinteresse politico e di investimenti inadeguati, quotidianamente esercitino la loro funzione nell'esclusivo rispetto delle regole del processo.