Per la terza volta in pochi anni l’ANM pubblica questo Dossier con cui si ripropone, per motivi di trasparenza, di divulgare ai cittadini-utenti nonché ai ceti professionali e politici interessati alla cd. questione-giustizia alcune importanti informazioni – corrette ed esatte perché attinte da documenti internazionali “certificati” – che diano risposte di verità ai più ricorrenti “luoghi comuni” concernenti taluni aspetti peculiari della magistratura italiana, tuttora oggetto, purtroppo, di affermazioni e di pubblicazioni false.
Tali “luoghi comuni” sui magistrati italiani riguardano, in particolare:
- le retribuzioni, indicate come le più alte in Europa;
- una scarsa produttività, confusa con il ben diverso problema della irragionevole durata dei processi;
- la giustizia disciplinare, ritenuta “corporativa o domestica”.
Il Dossier si basa esclusivamente sui recentissimi dati dell’ottobre 2012, pubblicati nell’ormai noto Rapporto biennale della Commission Européenne pour l’Efficacité de la Justice, che dal 2004 è divenuto il più autorevole “certificatore internazionale” per la tendenziale misurazione e comparazione dei sistemi-giustizia in 46 (dei 47) stati membri del Consiglio d’Europa.
L’impossibilità di una assoluta precisione nella comparazione è da ascrivere, “strutturalmente”, al fatto che taluni dei parametri analizzati [v. durata dei procedimenti e statuto dei PM] non sono oggettivamente paragonabili tra i paesi censiti, a causa delle profonde differenze esistenti nei diversi ordinamenti processuali e costituzionali interni, tra cui vanno segnalate in primis:
a) l’obbligo di motivazione delle sentenze e degli altri provvedimenti [che manca del tutto in alcuni paesi oppure è previsto in misura ridotta: v. Francia e Olanda];
b) la ricorribilità (o meno) in Cassazione avverso tutti i provvedimenti giurisdizionali.
Va rilevato, ancora, che:
- i dati riportati nel Rapporto 2012 sono forniti “esclusivamente” dai singoli paesi interessati e, per tale ragione, in alcune Tavole essi risultano mancanti;
- sono riferiti, per protocollo organizzativo del censimento, alla situazione esistente al 31.12.2010;
- scontano “ontologicamente” l’impossibilità di valutare e misurare tra loro situazioni giuridiche, costituzionali e di altra natura spesso del tutto differenti;
- la stessa CEPEJ raccomanda di leggere i dati con “doverosa cautela”; - i riferimenti alle pagine indicati nelle Tabelle sono relativi alla versione in lingua francese del Rapporto 2012.
Il Dossier, anche per questa edizione, è stato predisposto e curato dal collega Gioacchino NATOLI, d’intesa con la Giunta Esecutiva Centrale.