L'ANM è l'associazione cui aderisce circa il 90%
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.




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AREA GENERALE | Interviste
23 ottobre 2024

“Mai contro le istituzioni. Difendiamo la nostra autonomia”

Il presidente Santalucia a La Stampa

Grazia Longo - Roma

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, gli attacchi del governo ai magistrati non si fermano. Ora la Lega suggerisce un’autocritica all’associazione che lei guida. Come risponde?
«L’autocritica è sempre una cosa buona, ma non capisco perché evocarla in questo momento. Difenderci è doveroso sia per la giurisdizione, sia per le libertà fondanti della magistratura, compresa l’associazione».

Ma dalla destra arriva addirittura una richiesta al Csm per un provvedimento disciplinare contro Marco Patarnello che in un’e-mail ha scritto che “Meloni è un pericolo più grande di Berlusconi”.
«Non ho titolo ad esprimermi perché l’azione disciplinare va promossa dal ministro alla Giustizia o dal procuratore generale della Cassazione. Ma ritengo che non esistano margini per un’azione disciplinare contro Patarnello. Non ha offeso la presidente del Consiglio e ha espresso contrarietà alle riforme portate avanti dalla maggioranza di governo. Credo che avere un’opinione sulle riforme che interessano la giustizia sia un diritto anche dei magistrati. Le altre interpretazioni sono malevoli e maliziose. C’è stata cioè una lettura maliziosa delle sue parole per fargli dire cose che in realtà non ha detto».

Il vicepremier Matteo Salvini, tuttavia, ne chiede addirittura il licenziamento.
«Evocare il licenziamento mi pare nulla più che una battuta, non vedo come si possa licenziare qualunque persona per aver scritto una mail che non ha alcun contenuto offensivo. Questo tentativo di continuare ad alzare i toni contro la magistratura non giova al Paese. Solo perché il Tribunale di Roma ha deciso in modo non gradito al governo, sui migranti in Albania, si è scatenato un putiferio. Non si può far passare l’idea che i tribunali devono decidere solo cose gradite al governo. I magistrati non devono prendere ordini dal governo. Nel caso specifico il Tribunale di Roma ha dovuto attenersi a una sentenza della Corte di giustizia europea».

Perché il governo attacca così tanto la magistratura?
«La politica pretende che la magistratura agisca in linea con il governo, ma questo non è possibile perché la magistratura è libera e indipendente e risponde solo alla legge e al rispetto dei diritti. Le accuse di una politicizzazione dei magistrati, quando questi non rispecchiano la volontà del governo, sono offensive non solo per gli stessi magistrati ma anche per il Paese e il suo assetto democratico. Purtroppo si rischia che venga meno il dialogo costruttivo perché la collaborazione prevede che ogni istituzione rispetti l’interlocutore».

Come pensate di difendervi dai ripetuti attacchi?
«Spiegando come stanno le cose: noi non abbiamo alcuna volontà di andare contro il governo, vogliamo solo applicare la legge. I provvedimenti giudiziari possono essere criticati. I magistrati italiani non sono chiusi alla critica anche severa ma rispettosa del loro ruolo. La verità è che nel caso che ha scatenato la polemica, e cioè la decisone del Tribunale di Roma, si assiste a uno scontro del governo contro le istituzioni europee».

Invece ci troviamo di fronte al presidente del Senato Ignazio La Russa che evoca una revisione della Costituzione a sfavore della separazione dei poteri.
«Le sue parole turbano, perché la nostra Costituzione delinea bene i confini tra magistratura e politica. Eventuali modifiche, quindi, altererebbero un equilibrio perfetto».

Quanto la preoccupa la potenziale ridefinizione dei confini tra i poteri?
«La separazione dei poteri rappresenta il rispetto reciproco e l’autonomia della magistratura: è il caposaldo di una democrazia occidentale e liberale. L’assoluta estraneità della giurisdizione al governo è fondamentale. Dobbiamo tutelare i diritti delle persone senza assecondare o avversare il governo».

Pensa che dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella possa arrivare un aiuto per stemperare gli animi?
«Il Presidente Mattarella è assoluta garanzia per tutte le istituzioni. Per noi è un riferimento costante nei suoi moniti che noi cerchiamo di seguire e osservare».

Come valuta la posizione di Magistratura indipendente che, più vicina al governo, non ha firmato il documento del Csm a tutela dell’indipendenza delle toghe?
«Intanto registro una piena unanimità all’interno dell’Anm, proprio stamattina abbiamo definito un comunicato unitario che conferma la linea seguita fino ad oggi. Quel che accade in Csm sarà più chiaro anche a me nei giorni prossimi quando si avrà un dibattito».

Crede che la volontà di questo governo di attuare la separazione delle carriere dei magistrati rappresenti un ulteriore assedio alla vostra autonomia?
«Sì, lo abbiamo affermato più volte e lo ripeto: avere due Csm e istituire un’Alta corte in cui nessuna magistratura avrà la maggioranza numerica non rafforzerà la nostra autonomia e indipendenza. È una riforma di cui non si sente la necessità e che punta a ridimensionare l’ordine giudiziario che è a garanzia dei diritti delle persone. La vera politicizzazione dei magistrati si avrebbe se assecondassero le pretese della politica».