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14 dicembre 2024

Carichi inesigibili e funzione nomofilattica

Una recente nota a sentenza apparsa sul Foro italiano mette a nudo alcuni dei problemi della Corte di cassazione, ben noti agli operatori, e sottolinea i contrasti, ‘specie inconsapevoli’, della giurisprudenza di legittimità, gli inciampi in alcune motivazioni (talora non emendate degli appunti della stessa camera di consiglio), sicuro effetto dei tempi ristrettissimi di redazione dei provvedimenti che non concedono talora spazio neanche per una rilettura.
Strettamente correlato al problema dei “contrasti inconsapevoli” nella giurisprudenza di legittimità, è il tema dell’equilibrio dei carichi di lavoro, dove la Cassazione è rimasta inaccettabilmente esclusa dal campo di applicazione della recente circolare del CSM approvata il 6 novembre scorso (n. 82/VV/2022) sulla determinazione dei carichi esigibili nazionali, «attesa la necessità di approfondire ulteriormente il complesso programma di gestione con l’elaborazione di una delibera autonoma rispetto agli uffici di merito».
Si tratta di un ritardo gravido di conseguenze che lascia esposti i colleghi della Cassazione a carichi spesso inesigibili che rischiano di influire profondamente sulla qualità della giurisdizione e soprattutto sull’esercizio della funzione nomofilattica che il CSM ha il dovere istituzionale di garantire e preservare.
I dati statistici mostrano un livello di produttività elevatissimo e sempre crescente dei consiglieri della Corte, come tale difficilmente sostenibile nel medio lungo periodo, il che rischia, come già sottolineato da questo CDC nella mozione approvata il 14.5.2023, dal titolo “Preservare la funziona nomofilattica della Cassazione”, di trasformare la Corte di cassazione «da giurisdizione superiore a organismo di produzione di massa di sentenze che nel tempo diventeranno stereotipate e ripetitive a scapito quindi della qualità, che deve rimanere un valore essenziale della giurisdizione».
È utile rammentare che nel settore civile si è passati dai 13.496 ricorsi civili pendenti e dalle 3.618 sentenze del 1970 a ben 106.763 procedimenti pendenti e 42.574 procedimenti definiti del 2022, senza che a ciò sia corrisposto un proporzionale incremento degli organici della Suprema Corte.
I carichi di lavoro devono essere, per espresso dettato normativo (v. art. 11 co. 2 d. lgs. n. 160/06, per gli standard di rendimento, e l’art. 37 d.l. n. 98/11 per i carichi esigibili), “sostenibili” per il singolo consigliere della Cassazione, per consentire la necessaria ponderazione e lucidità nei momenti di studio e approfondimento dei temi del processo e in fase di decisione, ed anche il fine di evitare errori in decisioni di ultima istanza, dovuti appunto ad un eccessivo carico di lavoro.
Attualmente, nel settore civile ciascun consigliere è chiamato a studiare, approfondire e scrivere in media, dopo il confronto della camera di consiglio, anche 28/33 ricorsi al mese con intuibili difficoltà legate alla disamina degli affari più complessi, con uno stress lavorativo che si può definire senza precedenti, con le inevitabili ricadute.
Analogamente, nel settore penale, v’è stato un notevole incremento, del 7,9%, dei procedimenti definiti con forte diminuzione, in misura del 22,8%, delle pendenze, siamo pertanto a ritmi di lavoro molto pressanti, di cui dà puntualmente atto la relazione 2023 del Primo Presidente della Corte di cassazione, il quale loda la «rilevantissima laboriosità dei consiglieri che ha raggiunto traguardi di livello eccezionale».

Per questo il CDC chiede:

i. Al CSM di intervenire con urgenza per attuare il dettato normativo assicurando, anche alla Corte di cassazione, il rispetto dei carichi esigibili;
ii. Alla Prima Presidente della Cassazione di tener conto delle criticità sopra evidenziate nell’assegnazione dei ricorsi, e di curare, nella predisposizione annuale del piano di gestione, la previsione di carichi pro capite che siano gestibili per i singoli consiglieri, evitando spirali di iper-produttività che, oltre a compromettere il benessere organizzativo, metterebbero a repentaglio la funzione nomofilattica attribuita per statuto costituzionale alla Corte di cassazione.

Approvato a maggioranza