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ORGANI ANM | Documenti ufficiali
24 aprile 2021

Relazione Commissione Criminalità Organizzata e Transnazionale

Presentata e approvata dal Cdc nel corso della seduta del 24-25 aprile 2021

La commissione si impegna ad offrire il suo pieno e leale contributo affinchè la ANM rappresenti uno dei luoghi dove si elabora e si aggiorna il “pensiero antimafia”, sia da un punto di vista culturale, che giuridico.
Ciò nella consapevolezza che il tema del contrasto al crimine organizzato - anche in considerazione delle sue molteplici criticità giuridiche, culturali e sociali - richiede uno spazio di analisi e di riflessione, una capacità di proposta e di iniziativa, che siano patrimonio di tutta la Magistratura.
L’ANM - anche in quanto spazio comune che unisce i magistrati di diverse funzioni, di diverse aree geografiche, di differenti sensibilità culturali e di diverse generazioni - può rappresentare un importante strumento per creare e rafforzare una “rete antimafia” che veda il coinvolgimento di altre istituzioni (scuole, università) e altre realtà (organizzazioni del terzo settore, mondo della cultura) impegnate in progetti educativi ed operativi contro la criminalità organizzata. Strategico si profila, in quest’ottica, anche il rapporto con i colleghi di altri paesi ed in particolare delle altre nazioni europee, perché la dimensione e la pericolosità dei fenomeni collegati al crimine organizzato richiede una visione ampia, aperta al confronto ed allo scambio di idee ed esperienze diverse anche in ambito internazionale.
Oggi la criminalità di stampo mafiosa non è più protagonista di azioni militari eclatanti ed apertamente stragiste. Il “quasi silenzio militare” in molti casi non è però sintomo di debolezza della criminalità organizzata, ma, al contrario, la logica conseguenza del consolidamento di equilibri e rendite di posizioni criminali che consentono alle mafie di acquisire, senza l’uso delle armi, enormi profitti illeciti attraverso accordi corruttivi con le pubbliche amministrazioni per l’aggiudicazione di appalti nel campo delle opere pubbliche o nella gestione dei servizi, con l’usura, con le estorsioni, con il controllo dei giochi e delle scommesse clandestine, con il riciclaggio ed il reimpiego dei proventi illeciti, con il traffico di armi e droga.
Del resto, accanto alle tradizionali manifestazioni delle mafie autoctone, il nostro Paese è diventato terreno fertile per mafie “di importazione” – quella nigeriana, quella russa, rumena ed albanese. Forme preoccupanti di criminalità organizzata sono anche quelle dedite allo sfruttamento dei braccianti agricoli italiani e stranieri soprattutto destrano notevole allarme forme di criminalità organizzata che, seppure concettualmente distanti dal modello mafioso, di fatto si radicano sul territorio con strutture ben definite ed apertamente collegate alle omologhe esistenti in altri Paesi: il terrorismo di matrice religiosa, o le organizzazioni dedite alla tratta di esseri umani.
In questo contesto, allora il grande pericolo che corre il Paese è quello di credere, o di voler credere, che la mafia sia stata in qualche modo arginata, che sia meno invasiva e dunque meno pericolosa. Il rischio, sempre più concreto, è quello di un generale abbassamento di livello di attenzione al fenomeno, che invece, per essere globalmente ed attivamente contrastato da tutte le forze sane della Nazione, necessita di una costante attività di impegno, studio, analisi e conoscenza.
La commissione ritiene di potere offrire il proprio contributo a questo sforzo, lavorando su due piani di intervento.

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