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9 giugno 2010

Giustizia e minori: sequestro di corretta informazione

"Sequestri di Stato", titolava in copertina «Panorama» dellascorsa settimana (n. 47/2009): la foto di una bambina piangente, ilgrande titolo e il sommario della "notizia": «Ci sono oltre 32.000bambini che la giustizia ha tolto con la forza alle famiglie. Nonsempre con buone ragioni.


"Sequestri di Stato", titolava in copertina «Panorama» della
scorsa settimana (n. 47/2009): la foto di una bambina piangente, il
grande titolo e il sommario della "notizia": «Ci sono oltre 32.000
bambini che la giustizia ha tolto con la forza alle famiglie. Non
sempre con buone ragioni. Come dimostrano i tanti errori dovuti a
fretta e superficialità. Ma anche a un business che, secondo
alcuni, vale più di un miliardo di euro l'anno». Nel servizio
all'interno, inoltre, vengono definititi «bambini rapiti» quelli
dati in affidamento e collocati in comunità da parte dei Tribunali
per i minorenni.



L'Associazione nazionale magistrati e l'Associazione italiana
dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, denunciano la
totale disinformazione che scaturisce dall'articolo del
settimanale, che riferisce dati assolutamente non corretti rispetto
al numero di bambini che vivono fuori dalla famiglia, senza
chiarire che tra i minori presenti in comunità educative (perloppiù
adolescenti, tra i quali minori stranieri non accompagnati) e
quelli in affidamento familiare (bambini più piccoli, spesso
affidati a parenti), molti casi nascono da interventi
socio-assistenziali, effettuati su consenso dei genitori. I casi
giudiziari costituiscono non più del 40% dei collocamenti.



L'articolo non approfondisce le ragioni di fondo che portano
all'intervento della magistratura minorile, quali i gravi problemi
talvolta vissuti dai bambini all'interno delle famiglie (abusi,
maltrattamenti, disfunzionamento della capacità genitoriali dovuto
a tossicodipendenze o malattie mentali), né riferisce che gli
allontanamenti del minore dalla famiglia vengono decisi nei casi
limite, quando non esistono più le condizioni per restare in
famiglia.



L'articolo rappresenta un totale e acritico attacco non tanto
nei confronti di possibili errori giudiziari, ma all'intero sistema
di protezione giudiziario dei cittadini minorenni, con la
conseguente delegittimazione della magistratura minorile proprio
nel 20° anniversario della Convenzione internazionale dei diritti
del fanciullo (New York, 1989), celebrato in questi giorni, in
occasione del quale sono stati pronunciati molteplici e autorevoli
richiami alla necessità di rendere effettivi tali diritti anche nel
nostro Stato (innanzitutto quello all'integrità psico-fisica del
bambino).



Non sembra infine casuale che l'attacco avvenga in un momento di
più generale delegittimazione della magistratura, nell'ambito della
quale il settore minorile appare più "facile" per suscitare
nell'opinione pubblica reazioni emotive, e insinuare il dubbio se
sia legittimo che il magistrato abbia questo potere: sospetto
rivolto non a un singolo giudizio, ma alla funzione della giustizia
minorile in sé.