L'ANM è l'associazione cui aderisce circa il 90%
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.




https://www.associazionemagistrati.it/806/cagliari_inaugurazione_anno_giudiziario2013.htm
Sezioni e sottosezioni ANM | Documenti ufficiali
5 febbraio 2013

Cagliari, inaugurazione anno giudiziario 2013/2014

Signor Presidente a nome dellagiunta sezionale dell'A.N.M. porgo a lei ed a tutti gli intervenutiun cordiale saluto, ringraziandola per lo spazio accordatocinell'odierna cerimonia. Anche nel decorso anno la magistraturaassociata in Sardegna, nel solco della continuità con le azioniprecedenti, ha profuso grande impegno in diverse iniziative atutela della legalità nell'ottica di riaffermare la presenza ed illegame dei magistrati con la società civile. Di particolare rilievoin proposito la collaborazione con la scuola e con gli insegnantiper la diffusione dei valori e dei principi della Costituzione.


Signor Presidente a nome della
giunta sezionale dell'A.N.M. porgo a lei ed a tutti gli intervenuti
un cordiale saluto, ringraziandola per lo spazio accordatoci
nell'odierna cerimonia.



Anche nel decorso anno la
magistratura associata in Sardegna, nel solco della continuità con
le azioni precedenti, ha profuso grande impegno in diverse
iniziative a tutela della legalità nell'ottica di riaffermare la
presenza ed il legame dei magistrati con la società civile. Di
particolare rilievo in proposito la collaborazione con la scuola e
con gli insegnanti per la diffusione dei valori e dei principi
della Costituzione.



Ma insieme si è confrontata con
alcuni temi sensibili che negli ultimi tempi si sono imposti in
modo dirompente all'attenzione dell'opinione pubblica.



Primo fra tutti il problema del
sovraffollamento delle carceri cui si collega quello
dell'inadeguatezza di molte delle strutture carcerarie oggi
esistenti.

La recente sentenza della CEDU dell'8 gennaio scorso (caso
Torregiani) ha riproposto prepotentemente il tema del
sovraffollamento delle carceri e delle carenze strutturali che
rendono inumana e degradante la condizione dei detenuti in
violazione dell'art. 3 della Convenzione Europea e dell'art. 27,
comma 2, della Costituzione.



In quest'ottica si è promossa,
congiuntamente alla Camera Penale della Sardegna e alla Camera
Penale - Sezione di Cagliari, un'indagine conoscitiva sullo stato
delle carceri nell'isola i cui risultati saranno presentati e
discussi pubblicamente.

Sulla base dei dati fin qui raccolti si può già affermare che la
gravità del problema è tale da non poter essere semplicisticamente
spiegato con un presunto, ma in realtà indimostrato abuso della
custodia cautelare in carcere, ed è invece tale da richiedere
interventi urgenti di natura normativa di tipo strutturale nel
segno, da un lato, di un'azione di depenalizzazione dei reati
minori, così da consentire una più rapida risposta giudiziaria,
dall'altro, una rimodulazione delle pene attraverso l'introduzione
di un sistema di sanzioni alternative alla detenzione in
carcere.

Nell'intervento svolto il 22 gennaio 2013 a Strasburgo
all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa il Ministro della
Giustizia ha ricordato che la il problema sovrappopolazione non può
essere affrontato unicamente con l'edilizia carceraria ma si
colloca in una più ampia ottica di politica criminale.





Strettamente collegato al tema del sovraffollamento carcerario è
quello della sanità penitenziaria che, nel decorso anno, ha visto
il definitivo passaggio delle competenze dal ministero alle
regioni. Anche in Sardegna il trapasso di consegne è stato
complesso ed ha determinato notevoli disfunzioni alcune delle quali
ancora non superate, con un conseguente rischio di una diminuita
tutela del fondamentale bene della salute per i soggetti
detenuti.



Il prossimo primo febbraio scadrà
il termine previsto per la chiusura degli OPG e l'apertura delle
strutture territoriali di assistenza, ma questo termine già
prorogato più volte, rimarrà inevaso in Sardegna come in altre
regioni, posto che la nostra regione, al pari della maggior parte
delle altre non ha neppure approntato il progetto per l'apertura
delle strutture territoriali, pertanto l'inaccettabile e dolorosa
situazione dei malati sardi internati negli OPG continuerà a
perpetuarsi certamente per l'anno in corso.



Sul fronte ordinamentale dobbiamo
segnalare che finalmente, dopo circa vent'anni di annunciate
riforme epocali della Giustizia, il governo di fine legislatura ha
posto mano alla revisione delle circoscrizioni dei Tribunali.

Si tratta certamente di una riforma vera, strutturale, che va nella
direzione, da sempre auspicata dalla magistratura associata, di un
recupero di efficienza e produttività del sistema giudiziario.
Obiettivo dichiarato all'articolo 9 d.l. 6 luglio 2011, n. 98, -
convertito, con modificazioni, dalla l. 15 luglio 2011, n. 111- con
la conseguente soppressione, in attuazione della delega, di 31
tribunali e 220 sedi distaccate di tribunale, per poter fornire
risposte adeguate, in tempi congrui, alla domanda di giustizia che
proviene dalla collettività.



I magistrati sardi, e la locale
Giunta dell'ANM, hanno sempre condiviso e hanno voluto perseguire
questo obiettivo. Tra l'altro, per anni, hanno sollecitato in ogni
occasione utile la revisione delle circoscrizioni giudiziarie
dell'isola e, in questo senso, si era ritenuto ancora insufficiente
l'intervento realizzato in Sardegna dal Governo in carica, che, ai
sensi dell'art. 1, co. 2 L. 148/11, lasciando immutati i
circondari, si è limitato a sopprimere 42 uffici del giudice di
pace e 8 sezioni distaccate dei Tribunali.



Recentemente è stata formulata dal
ministero la proposta di rideterminazione delle piante organiche
della magistratura. La proposta, ove andasse a regime così come
formulata, comporterebbe per la Sardegna un taglio di 18 giudici e
4 P.M., di cui ben 4 giudici e un P.M. nel solo tribunale di
Cagliari, sede di Direzione Distrettuale Antimafia e unico
tribunale delle imprese dell'intero distretto (5 giudici a Sassari,
4 a Nuoro e Oristano, 1 a Tempio Pausania. Nelle procure: riduzione
di 4 unità, a fronte della P.O. attuale, che conta 53 magistrati
requirenti, dovrebbe giungersi a 49. In particolare, invariate le
situazioni di Lanusei e Tempio Pausania, si vorrebbe eliminare 1
unità, rispettivamente, a Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari).



Se la revisione delle piante
organiche è importante per raggiungere l'obiettivo della
realizzazione di un modello moderno ed efficiente di giurisdizione
e di un utilizzo razionale delle risorse disponibili non può però
tradursi, nel concreto, in un irragionevole taglio degli organici
della magistratura che comporterebbe inevitabilmente in Sardegna un
grave e preoccupante depotenziamento della risposta giudiziaria a
fronte di una domanda di giustizia (le c.d. sopravvenienze) che è
costantemente in crescita.



La giunta non può al riguardo che
manifestare grave preoccupazione per gli effetti negativi che un
taglio degli organici potrebbe comportare per gli uffici giudiziari
sardi, e particolarmente per quelli assegnati agli affari civili
molti dei quali già oggi, con gli organici attuali, sono in grande
affanno.

In uffici di primo grado, gravemente penalizzati dalla progressiva
riduzione delle risorse (di personale, di mezzi) e dalle pendenze,
solo la dedizione al servizio del personale amministrativo (di
fondamentale supporto all'opera dei magistrati), la capacità
organizzativa e l'inventiva dei capi degli uffici, nonché la
sensibilità degli altri attori del processo, hanno finora
consentito di far funzionare un meccanismo che - nondimeno - si
mostra ormai in difficile equilibrio.



È nostra opinione che la riforma
debba essere attuata, ma con un approccio graduale che consenta, da
un lato, di far fronte alle immediate esigenze di organico
derivanti dalle soppressioni e dalle modifiche territoriali dei
tribunali nell'ambito del distretto; dall'altro, e in tempi più
ragionevoli, di definire la dotazione organica complessiva e
ponderata alla luce dei nuovi flussi di affari derivanti
dall'accorpamento o dalla modifica territoriale.



In un momento di crisi politica e
di crescente diseguaglianza sociale come quello che viviamo, in cui
il bisogno di giustizia è percepito diffusamente, è necessario (per
usare le stesse parole della proposta ministeriale di
rideterminazione delle piante organiche, p. 9) scongiurare il
pericolo che, attraverso una valutazione meramente matematica e
statistica, l'attuale assetto degli uffici giudiziari possa
risultare radicalmente sconvolto con il prevedibile e
controproducente effetto di travolgerne la correlativa
operatività".