Per fortuna di tutti l'ordinamento
italiano e la Costituzione vigente prevedono organi di garanzia e
il controllo dell'operato di qualsiasi potere e ordine,
magistratura compresa.
Ovviamente la Corte costituzionale,
come in ogni Paese del mondo che ne preveda l'esistenza, giudica le
leggi approvate dalle maggioranze parlamentari, di qualsiasi colore
e orientamento politico. E la Costituzione, come spiega qualsiasi
manuale di Educazione civica, la colloca tra gli organi di garanzia
e non tra le articolazioni della magistratura.
La magistratura italiana non
accetta classificazioni e inquadramenti forzati, che di volta in
volta la colorerebbero di rosso o di nero, a seconda dei
destinatari delle indagini; e di colore opposto quando assolve.
Certo non nascondiamo la nostra preoccupazione di fronte ad annunci
di riforme costituzionali che sembrano piuttosto stravolgimenti
dell'attuale sistema democratico. Ma, sempre grazie alla
Costituzione vigente, sappiamo che ogni modifica richiede un lungo
iter, larghe maggioranze e, eventualmente, l'interpello del popolo
italiano. Perciò continuiamo ad operare serenamente.
Infine, non spetta alla
magistratura chiedersi - ma ci farebbe piacere conoscere la
risposta dagli esperti di comunicazione e dai sondaggisti - se
l'immagine del Paese all'estero, e la corretta conoscenza del
sistema giudiziario italiano e dei suoi organi di garanzia siano
messi a repentaglio più dalle sentenze delle corti d'assise, dalle
indagini e dai libri sulla mafia, o piuttosto da interventi
pronunciati da tribune europee, che in un colpo solo mettono in
dubbio la legittimazione e l'indipendenza del Presidente della
Repubblica, della Corte costituzionale, dell'intero ordine
giudiziario.