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AREA GENERALE | Notizie
25 marzo 2011

Attività legislativa piegata a interessi particolari

"Nel giro di pochi giorni lamaggioranza di governo ha dimostrato quale era il vero obiettivodell'annunciata riforma epocale della giustizia: risolveresituazioni legate a singole vicende processuali, direttamente conuna norma sulla prescrizione dichiaratamente destinata ad incideresullo svolgimento di un processo in corso, e indirettamente con unamodifica della legge sulla responsabilità civile dei magistratipunitiva e intimidatoria".


"Nel giro di pochi giorni la
maggioranza di governo ha dimostrato quale era il vero obiettivo
dell'annunciata riforma epocale della giustizia: risolvere
situazioni legate a singole vicende processuali, direttamente con
una norma sulla prescrizione dichiaratamente destinata ad incidere
sullo svolgimento di un processo in corso, e indirettamente con una
modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati
punitiva e intimidatoria.

Non era mai successo che l'attività legislativa venisse piegata in
maniera così esplicita ad interessi particolari".



E' il contenuto di un documento a
firma del presidente dell'Anm Luca Palamara, del vicepresidente
Antonello Ardituro e del segretario generale Giuseppe Cascini, in
merito alla riduzione dei termini di prescrizione e all'emendamento
alla legge comunitaria relativa alla responsabilità.



"La modifica della legge sulla
responsabilità civile dei magistrati - si legge - appare talmente
assurda e disorganica da potersi spiegare soltanto come atto di
aggressione nei confronti della magistratura diretto ad
influenzarne la serenità di giudizio. L'interpretazione della legge
e la valutazione del fatto e delle prove rappresentano il cuore
dell'attività giudiziaria. Pensare di sottoporre a censura tale
attività con la generica e incomprensibile formula della 'manifesta
violazione del diritto' è davvero irragionevole, prima ancora che
profondamente sbagliato. Si pensa forse di sottoporre a giudizio di
responsabilità civile il giudice di primo grado ogni volta che una
sua decisione venga annullata in sede di appello e il giudice di
appello ogni volta che la sua decisione sia annullata dalla
Cassazione? E di sottoporre a giudizio di responsabilità i giudici
che abbiano seguito un orientamento giurisprudenziale diverso da
quello dominante? Si dimentica forse che i maggiori progressi per
l'affermazione e la tutela dei diritti fondamentali si sono
realizzati grazie a interpretazioni giurisprudenziali  prima
minoritarie e poi via via consolidate?  Si dimentica forse
quanto complesso e articolato sia il sistema delle fonti nazionali
e sovranazionali e quanto proprio i contrasti di giurisprudenza tra
corti nazionali e sovranazionali abbiano contribuito alla crescita
e al consolidamento di un sistema di diritti e di garanzie? O forse
semplicemente si finge di ignorarlo e si pretende di sostenere una
concezione ottocentesca della funzione giudiziaria, antistorica e
giacobina, al solo scopo di affermare una pretesa supremazia del
potere politico sul potere giudiziario.



Ed infine quale giudice, da domani,
sarà nella serenità d'animo di emettere una qualsiasi decisione con
il rischio di veder avanzata, anche per ritorsione o pretestuosità,
nei suoi confronti un'azione di responsabilità?"



Quanto alla riduzione dei termini
di prescrizione i vertici dell'Anm sottolineano che "è un'offesa
per tutti i cittadini onesti di questo paese.



Già nel 2005, con la cd legge ex
Cirielli, i termini di prescrizione dei reati sono stati
drasticamente ridotti, con il risultato che nel 2009 il numero dei
reati estinti per prescrizione è stato di oltre 140mila. In un solo
anno più di 140mila persone accusate di un reato hanno beneficiato
della scappatoia della prescrizione.



E' evidente che un'ulteriore
riduzione dei termini di prescrizione, in assenza di qualsiasi
intervento diretto ad assicurare un migliore funzionamento del
sistema giudiziario, determinerà soltanto un significativo
incremento del numero dei processi destinati alla prescrizione.



Gli unici processi che potranno
essere portati a termine - spiegano - saranno quelli nei confronti
dei recidivi, mentre gli incensurati avranno ottime probabilità di
restare tali per sempre.



La differenziazione del regime di
prescrizione del reato in ragione della personalità dell'imputato
appare palesemente in contrasto con i principi costituzionali di
eguaglianza  e di ragionevolezza.



E' impensabile, infatti, che il
processo per una truffa di milioni di euro nei confronti di un
incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per
una truffa da 5 euro commessa da una persona già condannata, magari
anni prima, per altro reato oppure che tra due imputati per lo
stesso fatto, uno incensurato e l'altro no, il reato si estingua
per l'uno e non per l'altro.



Il principio costituzionale della
ragionevole durata del processo è un principio fondamentale cui
l'ordinamento deve tendere con ogni mezzo, ma la riduzione dei
termini di prescrizione nulla ha a che vedere con quel principio e
rischia solo di determinare l'impunità per autori di gravi
delitti.



La prescrizione del reato -
conclude il documento - è una sconfitta per tutti: per lo Stato che
non riesce ad accertare la responsabilità dei reati; per le vittime
che non ottengono giustizia per il torto subito; per l'imputato
che, se innocente, non vuole la scappatoia della prescrizione, ma
un'assoluzione nel merito".