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AREA GENERALE | Comunicati stampa
29 luglio 2011

E' paralisi dei processi

"Le modifiche al codice diprocedura penale in materia di ammissione delle prove indibattimento, sulle quali il Governo ha posto la questione difiducia, avranno effetti devastanti sul funzionamento dei processipenali, determinando di fatto la paralisi di tutti i dibattimentiattualmente pendenti. Lo afferma, in un documento, la Giuntaesecutiva centrale dell'Anm. Con le nuove disposizioni,infatti, verrebbe eliminata la possibilità per il giudice diescludere l'ammissione di prove manifestamente superflue oirrilevanti, mentre potranno essere escluse solo quelle "nonpertinenti".


Le modifiche al codice di procedura
penale in materia di ammissione delle prove in dibattimento, sulle
quali il Governo ha posto la questione di fiducia, avranno effetti
devastanti sul funzionamento dei processi penali, determinando di
fatto la paralisi di tutti i dibattimenti attualmente pendenti.



Con le nuove disposizioni, infatti,
verrebbe eliminata la possibilità per il giudice di escludere
l'ammissione di prove manifestamente superflue o irrilevanti,
mentre potranno essere escluse solo quelle "non pertinenti".



Chiunque comprende che in questo
modo il difensore dell'imputato potrebbe chiedere e ottenere
l'ammissione di un numero indefinito di testimoni sulla medesima
circostanza, purché non manifestamente "non pertinente". Ad
esempio, l'imputato che volesse dimostrare come prova d'alibi la
sua presenza in una città diversa da quella nella quale è avvenuto
il fatto potrebbe chiedere e ottenere la citazione come testimoni
di tutti gli abitanti di quella città, senza alcuna possibilità per
il giudice di escludere uno o più testimoni. O ancora l'imputato in
un processo per uxoricidio potrebbe chiedere e ottenere
l'ammissione come testimoni di tutti i suoi amici, parenti e
conoscenti sull'esistenza del vincolo coniugale tra lui e la
vittima, prova certamente pertinente, ma altrettanto certamente
manifestamente  superflua. E gli esempi potrebbero
moltiplicarsi.



Si tratta con tutta evidenza
dell'ennesima legge finalizzata a interferire su procedimenti
giudiziari in corso, anche a costo di paralizzare la macchina
giudiziaria e di esporre al ridicolo l'intero sistema.



I magistrati italiani hanno il
dovere di denunciare che con queste norme non sarà più possibile
celebrare alcun processo in Italia e che gli imputati, anche di
fatti gravissimi, saranno prima inevitabilmente scarcerati per la
decorrenza dei termini di custodia cautelare  e poi prosciolti
per prescrizione.