La Giunta esecutiva centrale
dell'Anm, con la presenza di un componente di Magistratura
indipendente, è stata ricevuta oggi dal Ministro della Giustizia,
Paola Severino.
Nel corso dell'incontro, la Giunta
ha affrontato le problematiche legate all'istituzione dei tribunali
dell'impresa prevista dal decreto legge sulle liberalizzazioni.
La Giunta dopo aver valutato con
favore l'intento del legislatore di concentrare su un giudice
specializzato controversie di particolare complessità, anche al
fine di realizzare una velocizzazione delle procedure, ha tuttavia
rappresentato al Ministro alcune criticità del testo rispetto ai
valori di "specializzazione" e di "accelerazione" delle
controversie riguardanti le imprese che si intendono
perseguire:
scelta di accentramento delle
controversie solo sui dodici tribunali già sede delle "sezioni
specializzate in materia di proprietà industriale ed
intellettuale". Al riguardo, si è sottolineato il rischio di creare
notevoli difficoltà per le imprese aventi sede in territori nei
quali non è presente la sezione specializzata, come, per fare un
esempio, alle imprese della Sardegna per le quali la competenza
viene attribuita al tribunale di Roma. Di conseguenza, è stato
rappresentato come sarebbe stato preferibile optare per la
concentrazione delle controversie presso il tribunale capoluogo del
distretto;
criteri di attribuzione della
competenza. A tale proposito, si è evidenziata la discutibilità
della scelta che finisce per "frastagliare" le competenze in
materia societaria con riferimento alle dimensioni dell'impresa
coinvolta, ma solo per alcune materie, e nemmeno le più importanti.
Si è altresì rimarcato che tale criterio di attribuzione della
competenza, oltre a essere fortemente opinabile, in quanto
concentra sul tribunale specializzato controversie anche di scarsa
importanza, escludendone invece altre sicuramente di maggior
rilievo (come i procedimenti di volontaria giurisdizione), rischia
di creare un complesso contenzioso preliminare sulla competenza (si
pensi soltanto alle questioni legate al controllo societario), tale
da provocare un rallentamento piuttosto che un'accelerazione dei
relativi procedimenti;
adeguamento degli organici e delle
risorse dei tribunali (o almeno di alcuni di essi) presso i
quali verranno istituite le sezioni. Al riguardo, si è rilevato che
la riforma non sembra avere valutato in modo sufficiente la
consistenza qualitativa/numerica e la distrtbuzione sul territorio
nazionale del contenzioso interessato dalla riforma con il rischio
di sovraccaricare tali tribunali e di rallentare i tempi di
definizione delle controversie.
L'Anm ha formulato alcune
proposte al fine di riflettere sull'opportunità di ripensare
l'intervento:
riprogettare formule di
"distrettualizzazione" che riguardino la competenza territoriale in
materia non solo societaria e di appalti pubblici, ma anche dei
principali rapporti commerciali tra imprese;
prevedere in corrispondenza a tali
"spostamenti" di competenza - anche nella più ampia
prospettiva della revisione della geografia giudiziaria -
adeguate variazioni delle piante organiche dei magistrati e del
personale amministrativo degli uffici giudiziari interessati dalla
variazione dei flussi di contenzioso nonché la possibilità di
organizzazione di quelli "specializzati" anche con formule
dipartimentali raggruppanti più sezioni;
investire sulla telematica
giudiziaria al fine di realizzare maggiori benefici per il mercato
e per le imprese come dimostrano i dati economici sugli effetti
dell'introduzione del decreto ingiuntivo telematico e
dell'informatizzazione delle procedure esecutive e concorsuali allo
stato avviati in un numero limitatissimo di uffici.
Il Ministro della Giustizia ha
ascoltato con grande attenzione le argomentazioni dell'Anm
assicurando che le stesse saranno oggetto di meditata riflessione
in vista dei prossimi incontri con la stessa Associazione, con
rappresentanti del Csm e con i presidenti dei tribunali.