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21 aprile 2012

Non si tratta su autonomia e indipendenza

L'emendamento Pini già approvatodalla Camera dei Deputati e l'ulteriore bozza inviata dal ministrodella Giustizia ai partiti ledono i principi non negoziabili diautonomia e indipendenza della giurisdizione, sonoingiustificatamente punitivi e indeboliscono le garanzie di tutti icittadini, in particolare di quelli economicamente più deboli. E'la posizione unitaria del Cdc dell'Anm che ha deciso, tra l'altro, di delegare le Giunte sezionali a realizzare in sedelocale, nella prima decade di maggio, assemblee (con eventualebreve sospensione delle attività d'ufficio e d'udienza perconsentire la più ampia partecipazione) e iniziative pubblicheaperte all'Avvocatura, all'Università e ai cittadini, dirette ainformare e sensibilizzare sui gravi rischi che possono derivare datali riforme.


L'emendamento Pini già approvato
dalla Camera dei Deputati e l'ulteriore bozza inviata dal ministro
della Giustizia ai partiti ledono i principi non negoziabili di
autonomia e indipendenza della giurisdizione, sono
ingiustificatamente punitivi e indeboliscono le garanzie di tutti i
cittadini, in particolare di quelli economicamente più deboli.



Il Comitato direttivo centrale dell'Anm ribadisce:





  •  le pronunce della Corte di
    giustizia europea richiamate per giustificare la necessità della
    riforma fanno esclusivo riferimento alla responsabilità dello Stato
    (e non del magistrato) per manifesta violazione del diritto
    comunitario e non anche della legge nazionale;




  • l'azione civile diretta di una
    parte contro il magistrato, in nessun modo richiesta da queste
    pronunce, si presta a usi strumentali e distorti, tali da
    condizionare gravemente l'esercizio indipendente della funzione
    giurisdizionale, ed è prevedibilmente destinata a essere causa di
    gravissime ulteriori inefficienze del sistema giudiziario per
    l'obbligo del magistrato citato in giudizio di astenersi dalla
    trattazione del procedimento;




  • la disciplina della
    responsabilità civile dei magistrati nell'attuale assetto
    costituzionale deve necessariamente salvaguardare l'attività
    interpretativa delle norme di diritto e quella di valutazione del
    fatto e delle prove;




  • per la sua rilevanza
    costituzionale, il tema merita un'autonoma e ponderata riflessione
    da parte delle forze parlamentari e non si presta a essere oggetto
    di trattativa nell'ambito di plurime iniziative legislative in
    materie eterogenee;




  • la previsione dell'obbligatorietà
    dell'azione di rivalsa, in un regime di responsabilità che fa
    riferimento alla "manifesta violazione del diritto", slegata
    dal  presupposto della "negligenza inescusabile", 
    trasferisce sul singolo magistrato responsabilità di "sistema", per
    carichi eccessivi, risorse insufficienti e cattiva
    organizzazione.




Il Comitato direttivo centrale delibera all'unanimità:





  • di delegare le Giunte sezionali a
    realizzare in sede locale, nella prima decade di maggio, assemblee
    (con eventuale breve sospensione delle attività d'ufficio e
    d'udienza per consentire la più ampia partecipazione) e iniziative
    pubbliche aperte all'Avvocatura, all'Università e ai cittadini,
    dirette a informare e sensibilizzare sui gravi rischi che possono
    derivare da tali riforme;




  • di delegare alla Giunta esecutiva
    centrale l'organizzazione, nella prima decade di maggio, di un
    incontro pubblico a Roma per favorire il confronto con
    l'Avvocatura, l'Università e il mondo politico ed economico;




  • la convocazione permanente del
    Cdc;




  • di dare mandato alla Gec di
    proseguire nell'azione comune con il Comitato
    intermagistrature.





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