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30 maggio 2021

L’ANM a sostegno dei magistrati impegnati nei processi di criminalità organizzata

Un serio e concreto sostegno ai magistrati che si occupano di processi di criminalità organizzata nel Meridione d’Italia deve porre l’attenzione alle condizioni di lavoro negli uffici giudiziari c.d. “in sofferenza”, meno appetibili per ragioni di organico e di arretrato, nonché per carichi di lavoro eccessivi.

Sono note le difficoltà che i magistrati di quegli uffici giudiziari si trovano ad affrontare, derivanti sia dalla inadeguatezza delle piante organiche (non implementate con l’evolversi del fenomeno criminale), sia dalla cronica carenza del personale amministrativo, sia dalle condizioni di contesto e dalla scarsa efficienza dei mezzi di trasporto.

Tutto ciò è causa del frequente turn over negli uffici più disagiati, con la conseguenza che le indagini e la decisione di delicati processi di criminalità organizzata sono affidati a colleghi di prima nomina. Costoro garantiscono l’esercizio della giurisdizione con quotidiano impegno, abnegazione e professionalità anche in procedimenti molto complessi, in cui ogni udienza è connotata dal confronto dialettico, spesso aspro, fra le parti processuali. L’effetto di tali dinamiche si riverbera anche sul settore civile, in cui l’inadeguatezza delle piante organiche e le continue scoperture hanno contribuito a determinare ruoli difficilmente gestibili, con grave danno per l’efficacia della risposta di “giustizia”.

L’ANM ritiene essenziale che questi magistrati siano sostenuti con le adeguate soluzioni organizzative; con la indispensabile protezione personale dei magistrati, delle vittime e dei testimoni, qualora ricorrano condizioni di concreto pericolo; nonché con la garanzia di un clima sereno, che consenta la celebrazione dei giudizi in un contesto di leale confronto tra le parti, non potendosi dimenticare che in quelle zone del Paese è incessante l’azione di contrasto alle mafie, diretta a sviscerarne i meccanismi di funzionamento e le esiziali cointeressenze con l’imprenditoria, la politica e persino con frange deviate delle istituzioni. 

E’ recente la istituzione, di concerto tra i Ministri della Giustizia e per il Sud e la Coesione territoriale, della “Commissione interministeriale per la giustizia nel Sud”, con il proclamato obiettivo di migliorare l’efficienza dei processi nel Sud Italia. Un infelice passaggio, contenuto nel preambolo del decreto istitutivo di quest’ultima Commissione, ha fatto pensare -malgrado le intenzioni delle Ministre promotrici- che si volesse realizzare un assai discutibile progetto di esportazione di buone prassi dagli uffici del Nord Italia a quelli del Sud, come se questi ultimi scontassero, per condizione territoriale, una arretratezza di cultura organizzativa, e dovessero quindi essere guidati e orientati da una élite territoriale più avveduta.

Tuttavia, avendo appreso da fonti ministeriali l’intenzione di modificare il suddetto decreto istitutivo precisando la finalità dell’iniziativa, l’ANM auspica che la neoistituita Commissione -nel rispetto delle competenze del Csm- valorizzi le buone prassi e le soluzioni organizzative che proprio negli uffici giudiziari meridionali sono state elaborate e sperimentate e che hanno consentito, in uno con lo straordinario impegno dei magistrati e di tutto il personale giudiziario, di fronteggiare la cronica carenza di risorse; e che -anche in considerazione delle nuove risorse legate ai fondi europei del Recovery Fund- orienti l’attenzione e indirizzi l’azione verso i seguenti prioritari obiettivi:


1. previsione di incentivi economici e di carriera per i magistrati che scelgano di permanere negli uffici disagiati per un congruo periodo, oltre a quello minimo di legittimazione per il trasferimento ad altra sede, attesa l’insufficienza del meccanismo delle applicazioni a tempo, a cui, comunque, il Csm potrebbe dare corso nel breve periodo sulla base di un piano straordinario;

2. previsione, quanto al trasferimento nelle sedi disagiate ex legge n. 133/1998, di un punteggio aggiuntivo nei successivi trasferimenti ove il magistrato interessato consenta, alla scadenza del periodo quadriennale, di prorogare la permanenza in sede per un ulteriore periodo di due anni; 

3. estensione a beneficio dei magistrati degli uffici disagiati della normativa sul ricongiungimento del coniuge dipendente pubblico di cui alla Legge n. 100 del 1987;

4. valutazione della possibilità di derogare, nelle sedi a più elevato turn over, al limite decennale di permanenza nelle sezioni di assegnazione, al fine di favorire la permanenza presso gli uffici più disagiati di magistrati che abbiano maturato una maggiore esperienza;

5. promozione di soluzioni organizzative, affidate ai dirigenti degli uffici giudiziari disagiati, capaci di agevolare il lavoro dei magistrati che abbiano i propri affetti lontani dalla sede di servizio e che debbano accudire a figli minori e/o a genitori anziani;

6. copertura urgente delle scoperture d’organico del personale amministrativo, tenuto conto che alla fine del 2020 le vacanze erano pari al 26,19%, e quindi in aumento rispetto all’anno precedente;

7. raffronto comparativo degli organici dei distretti del Meridione con quelli di altri distretti, in vista di una possibile revisione delle piante organiche, al fine di ottimizzare la performance della risposta giudiziaria che tenga conto dell’effettivo “peso” dei procedimenti e non solo del loro numero;

8. attivazione in tempi rapidissimi dei concorsi per il reclutamento dei magistrati, al fine di colmare le gravi scoperture di organico, anche del Mezzogiorno d’Italia.


In proposito, l’ANM auspica una costante e collaborativa interlocuzione con la neocostituita Commissione, nella convinzione che – ferma l’importanza di riforme processuali ed ordinamentali e di moduli organizzativi come l’Ufficio del processo- se non si dota l’amministrazione giudiziaria, specie nel Sud,  delle indispensabili risorse umane e materiali, oltre che di adeguate infrastrutture digitali; se non si programmano interventi, anche finanziari, che incidano in maniera efficace e effettiva sulla domanda di giustizia e sulla rideterminazione, sulla redistribuzione e sulla copertura delle piante organiche, qualsiasi disegno di riforma e qualsiasi Commissione di esperti non potrà aver successo.

Roma 30 maggio 2021

La Giunta esecutiva centrale


 



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