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15 ottobre 2021

La relazione del presidente Giuseppe Santalucia al convegno "Le ragioni del diritto"


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LE RAGIONI DEL DIRITTO


Modello costituzionale della giustizia e iniziative referendarie


“La Magistratura” nella comunità dei giuristi.


Roma 15 ottobre 2021


Ringrazio gli illustri ospiti, i professori Caravita, Fiandaca e Silvestri che hanno accolto il nostro invito ad animare, con l’autorevolezza e l’indiscusso prestigio della loro scienza, la Tavola rotonda sui temi referendari.


Un pensiero grato rivolgo anche al prof. N. Irti, che aveva aderito all’iniziativa senza incertezze e che però, per un sopravvenuto impegno personale, ha dovuto rinunciare. 


Ci rammarichiamo della sua assenza perché svremmo voluto che fosse protagonista di questa nostra iniziativa anche uno dei più illustri Maestri della dottrina civilistica, e lo salutiamo con viva cordialità. 


Ringrazio le Autorità, in particolare il vice presidente del Csm, on. David Ermini, e la sig.ra Ministra della Giustizia, prof.ssa Marta Cartabia, la quale, per concomitanti impegni istituzionali, non può prendere parte a questo nostro incontro ma ci ha fatto pervenire un indirizzo di saluto, di cui la vice-presidente dell’Associazione, la collega Alessandra Maddalena, darà lettura.


Un grato saluto rivolgo al sottosegretario di Stato, on. Francesco Paolo Sisto, con il quale è sempre un piacere – e motivo di arricchimento – il confronto, e della cui disponibilità al dialogo voglio dare atto.


E un altrettanto forte ringraziamento porgo al presidente Giorgio Lattanzi, Maestro di intere generazioni di magistrati, in Corte di cassazione e non solo.


Ringrazio al contempo tutte le altre Autorità che per ragioni varie non hanno potuto assicurare la loro presenza.


Ringrazio i molti professori, i rappresentanti dell’Avvocatura e delle Associazioni delle altre Magistrature e dell’Avvocatura di Stato, con le quali – e ne sono lieto – stiamo ritrovando piani comuni di azione associativa; e ovviamente tutti i colleghi che, numerosi, concorrono a comporre un uditorio qualificatissimo.


L’Associazione nazionale magistrati ha organizzato l’incontro di oggi pomeriggio, se pure articolato in due sessioni apparentemente autonome, secondo un unitario programma, ispirato ad una medesima finalità.


Presentiamo infatti la nuova struttura e la nuova veste della nostra Rivista e non v’è modo migliore che favorendo un dibattito di elevata qualità tecnica con l’attenzione, propria di un’Associazione di magistrati, ai temi dell’attualità.


Si è pensato ad una Tavola rotonda sulle iniziative referendarie alla luce di un deliberato del nostro organo direttivo che ha espresso, da un lato, forte preoccupazione, almeno in riferimento a due dei quesiti – quello sulla responsabilità civile diretta e quello sulla separazione delle carriere – e, dall’altro, il proposito di impegnarsi nel fornire un proprio contributo su tutte le questioni sollevate dai quesiti.


Da qui è sorta l’idea di portare anzitutto la voce della migliore dottrina nel dibattito pubblico, per dare subito attestazione di un approccio ben lontano dall’azione corporativa. 


Siamo infatti disponibili a saggiare le nostre preoccupazioni e le nostre posizioni critiche nel confronto aperto e approfondito, senza arroccamenti pregiudiziali, perché non amiamo gli slogan e le trite formule. 


Sono tempi, gli attuali, attraversati da pulsioni per lo scontro polemico tanto frequenti quanto inutili e screditanti, da cui l’Associazione magistrati, consapevole del ruolo istituzionale dei suoi aderenti, rifugge. 


Abbiamo sperimentato quanto sia difficile introdurre nel dibattito pubblico spunti critici al programma referendario: scatta immediatamente una reazione polemica che identifica la critica con la chiusura corporativa alle riforme, l’argomentato dissenso con la protezione di inaccettabili e non meglio definite situazioni di privilegio. 


I quesiti referendari non sono affare della Magistratura, non toccano interessi dei singoli magistrati che possano essere latamente intesi come settoriali, di categoria.


In ragione del contenuto, che da qui a breve sarà esaminato, essi invero investono la giustizia complessivamente intesa. 


Su questa premessa riteniamo che non debbano essere discussi entro gli angusti e distorsivi confini del vantaggio e dello svantaggio di status burocratico, ma nell’assai più ampio orizzonte delle politiche volte al miglioramento del servizio che Corti e Tribunali sanno o possono rendere alla collettività.


Ecco perché oggi l’Associazione magistrati si mette in ascolto e affida alle Ragioni del diritto, sì come il titolo di questo nostro convegno, e in specie della migliore scienza giuridica, la riflessione sui Referendum. 


Siamo convinti che il dibattito sulla giustizia vada restituito al ragionamento sereno, alla ponderazione attenta e prudente degli interessi in gioco, all’approfondimento sistematico e alla considerazione della cornice costituzionale in cui inscrivere ogni proposta. 


Il fine, che anche l’Associazione ha ben chiaro e persegue nella sua azione, non può che essere unico e comune, e si identifica nel cambiamento dell’esistente in vista di un miglioramento della qualità della giustizia che si possa misurare nell’accrescimento di garanzie e di livelli di efficienza.


Ogni altro obiettivo non merita considerazione. 


Se questo deve essere il tempo dei costruttori, come il Presidente della Repubblica ha ammonito, allora ciascuno deve fare la sua parte per il bene della comunità, mettendo da parte interessi di settore, vecchi e recenti scontri, volontà più o meno esternate di mettere in riga la Magistratura, e di punire i magistrati. 


Non è infatti il terreno delle riforme quello su cui coltivare questo tipo di programmi.


Occorre piuttosto guardare alla Costituzione che, vieppiù nei momenti di confusione, assicura una guida sicura. 


Quest’approccio al tema dei Referendum e, in generale, delle riforme non è incompatibile con la comunicazione all’esterno. 


La discussione tra giuristi ha, deve avere, una valenza politica e se ne svilisce il senso se la si relega alle riunioni tra e per gli addetti ai lavori. 


Non è cosa semplice, sappiamo quanto sia arduo conquistare uno spazio nella scena pubblica se si rinuncia ai cd. toni forti, alle estremizzazioni enfatizzate, alle posture di un perenne scontro. 


E allora abbiamo affidato la Tavola rotonda ad un valentissimo giornalista, il direttore di Rai 3 Franco Di Mare, perché conduca la discussione con gli autorevoli ospiti, forte della sapienza di chi sa tener conto delle regole della comunicazione al pubblico più ampio.


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Questa prima sessione introduce alla seconda, direttamente incentrata sulla presentazione, come ho detto appena prima, della nuova veste e della nuova struttura dalla Rivista, La Magistratura, che è organo della Associazione e che da tempo era, se così posso dire, infiacchita nell’azione, nella produzione di lavori e contributi.


Oggi, grazie ad un impegno corale del Comitato di redazione, sostenuto unanimemente dall’intera dirigenza dell’Associazione, la Rivista si appresta a riprendere la sua funzione di eleborazione culturale, oltre che di luogo alto del dibattito associativo, aprendosi alla comunità dei giuristi, coinvolgendo in un nutrito e prestigioso Comitato scientifico professori, avvocati, e, ovviamente, magistrati.


Perseguiamo ostinatamente il dialogo, il confronto sulle idee e per le idee, non vogliamo e non possiamo chiuderci nei nostri steccati, sappiamo che le difficoltà del presente si superano anche ritrovando, appunto, le Ragioni del diritto, e torna ancora una volta il titolo del nostro odierno convegno.


Facciamo parte dell’ampia comunità dei giuristi e in essa vogliamo operare ricercando nell’impegno culturale la spinta per una rinnovata e ancora più autorevole ed ascoltata voce dell’associazionismo giudiziario. 


Lo facciamo con lo sguardo rivolto alla Costituzione e abbiamo messo in cantiere, sotto la guida infaticabile della Direttrice della Rivista, la collega Cecilia Bernardo, un Commentario della Magistratura alla Costituzione, appunto come segno tangibile della nostra prima linea di azione e di pensiero.


Abbiamo presentato il programma del Commentario al Presidente della Repubblica che ci ha onorato di una lettera di incoraggiamento, di cui con devota gratitudine ora mi compiaccio di dare lettura.


Giuseppe Santalucia
Presidente dell'ANM


 



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