Antonino Giannola
(Partinico, 16 ottobre 1906 - Nicosia, 26 gennaio 1960)
Presidente del Tribunale di Nicosia. Ucciso da un individuo armato, parte del giudizio, mentre presiedeva un’udienza civile.
Il 26 gennaio 1960 il dott. Antonino Giannola, mentre presiedeva un’udienza civile veniva barbaramente assassinato da un individuo armato, parte del giudizio, irritato per il rinvio disposto nella causa per il risarcimento dei danni che lo stesso aveva intentato.
L’uomo era convinto che l’ambiente forense locale, ed il magistrato incaricato di decidere sulle istanze avanzate dallo stesso, gli fossero ostili. All’atto dell’arresto l’omicida asseriva di avere con quel gesto “ucciso la Giustizia”.
Antonino Giannola era nato a Partinico il 16 ottobre del 1906 ed era entrato in magistratura il 18 agosto 1931, a soli 24 anni.
Negli anni ’40 del secolo scorso era stato assegnato al Tribunale di Palermo ed aveva svolto le funzioni di giudice a latere presso quella Corte d’assise in cui venivano celebrati anche i processi alla “banda Giuliano”.
Erano gli anni difficili del separatismo, delle lotte agrarie e del banditismo che, come noto, ebbero nella strage di Portella della Ginestra l’apice più tragico e violento.
Il 28 febbraio del 1955 era stato immesso nel possesso delle funzioni di Presidente del Tribunale di Nicosia, funzione che ricoprì fine al giorno della sua tragica scomparsa.
Il 29 gennaio 1960 il Presidente in carica del Consiglio Superiore della Magistratura, avv. Michele de Pietro, ricordando il tragico evento, rivolgeva al plenum (all’epoca riunito presso la sala degli arazzi del palazzo del Quirinale) l’invito a “esprimere la propria solidarietà con tutti coloro che, nell’esercizio delle funzioni, arrivano fino al sacrificio della vita”.
Anche il Procuratore generale di Caltanissetta, dott. Stefano Mercadante, nel discorso tenuto per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, l’11 gennaio 1961, volle ricordare la figura del magistrato sottolineandone, tra l’altro, le doti umane: “Buono, zelante e di ineccepibile rettitudine nell’adempimento dei suoi doveri, Antonino Giannola era anche di esemplare condotta privata ed immensamente tenero negli affetti familiari – particolare significativo, egli, pur lontano dalla famiglia, teneva con se il più giovane dei figliuoli, per guidarlo negli studi. La sua reputazione era adamantina e raccolse in sé la fama di tutte le virtù che caratterizzano il cittadino esemplare e il magistrato integro e tetragono”.
Il 25 gennaio 1961, su richiesta del Ministro di Grazia e Giustizia ed in seguito alle deliberazioni delle giunte municipali dei Comuni di Regalbuto e Leonforte, il Consiglio Superiore della Magistratura conferiva il titolo onorifico di Consigliere di Corte di cassazione alla memoria al dott. Antonino Giannola.
E’ un indispensabile tributo ad un servitore dello Stato, ma anche un monito a conservare e preservare la memoria di chi ha sacrificato la propria esistenza a difesa delle Istituzioni democratiche del Paese.
Estratto dalla pubblicazione del Csm "Nel loro segno".