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26 ottobre 2013

Anm a Berlusconi: "Incandidabilità è questione etica"

Fonte: la Repubblica


"L'incandidabilità di chi è stato condannato in via definitiva a più di due anni, è una questione etica". Il segretario generale dell'Anm, Maurizio Carbone, lancia il messaggio più forte e deciso alla politica nel corso della seconda giornata del XXXI congresso dell'Associazione. Il fatto che ci sia voluta una legge per introdurre questa norma "dimostra la debolezza della politica. La politica dovrebbe fare da sola, ma la magistratura a volte è obbligata a intervenire", dice senza mai comunque citare esplicitamente il caso di Silvio Berlusconi.


Poi il segretario generale si scaglia contro gli attacchi mediatici subiti da alcuni magistrati: "La definizione di alcune vicende processuali, con esiti non graditi a una parte, hanno, quasi fatalmente in questo clima politico, comportato l'intensificarsi della pubblicazione di articoli di stampa e di servizi televisivi contenenti gravi offese a singoli magistrati e inaccettabili attacchi all'intero ordine giudiziario, tanto da assumere le caratteristiche di un vero e proprio linciaggio mediatico, fino alla redazione di elenchi di magistrati, che evocano liste di proscrizione".


Il congresso si è aperto con una forte dichiarazione del vicepresidente del Csm Michele Vietti che, in seguito alla tensione tra toghe e politici, ha detto: "La politica invece che fare le prediche alla magistratura, faccia leggi serie, dopodiché la magistratura le applicherà". "Si riposizionino le norme - afferma - in modo che non si pratichino abusi. Come in politica - spiega - qualcuno interpreta il proprio ruolo in modo opinabile e ciò accade anche tra i magistrati, ma si tratta di eccezioni".


Riforma della giustizia. A proposito della riforma della giustizia Vietti ha ribadito la necessità di una tregua tra le forti contrapposizioni che stanno infiammando il governo delle larghe intese. "Per mettere mano a un tema così delicato - dice - e sensibile che ha visto fortemente contrapposte le forze politiche ci vuole un clima di reale pacificazione e di condivisione dell'obiettivo". Secondo il vicepresidente però "i tempi per la riforma non sono più rinviabili. I cittadini hanno bisogno di un servizio più efficiente credibile e tempestivo e anche per il sistema paese, la sua economia e compettività". Le riforme più urgenti in campo penale sono "una reale depenalizzazione, tasformando le contravvenzioni in sanzioni amministrative o alternative a quelle penali e incentivare i riti alternativi, sono riforme che si possono fare a costo zero ma hanno bisogno della volontà della politica".


Giudici e carriere. Il vicepresidente Vietti poi lancia un monito anche ai giudici. "Il carrierismo da indagine e l'eccesso di protagonismo di alcuni pubblici ministeri lontanissimo dalla loro qualità di magistrati, finisce per portare acqua al mulino della separazione delle carriere". E aggiunge: "qualcuno nella magistratura ha pensato che si potesse giustificare tutto. Questo porta una perdita di credibilità e di fiducia da parte dei cittadini che, seppur sanno distinguere i ruoli dei giocatori, di fronte alla violazione delle regole del gioco rischiano di perdere fiducia in entrambe le istituzioni". "Nessuno vuole una magistratura burocratizzata e impiegatizia, ma si richiede un modello culturale più appropriato alla funzione magistratuale nella sua intima essenza e nella sua alta vocazione, che l'azione associativa può ben contribuire a stimolare".


Sabelli contro le polemiche. Risponde alle polemiche scatenate ieri dal suo discorso il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. Aspramente criticato dal Pdl per aver messo in guardia dalla "giustizia piegata agli interessi politici". "Le critiche ben vengano - dice - ma devono essere ragionate, altrimenti si risolve tutto in chiacchiere. Non si è d'accordo sul fatto che bisogna superare la tensione tra politica e magistratura? O sulla giustizia efficiente? Oppure sulle riforme che assolvano a esigenze reali di sicurezza? La critica sia calata nella realtà: confrontiamoci su questo per arrivare ad esiti condivisi". "Respingo le critiche - aggiunge - e invito a riflettere sull'autogoverno come presidio della nostra autonomia". "Cedere su questo - conclude - vuol dire venire meno ai nostri doveri verso i cittadini".


Pdl al contrattacco: "Anm, barbari che aizzano la piazza". In serata è arrivata la replica del Pdl che, attraverso il Mattinate", la nota politica redatta dallo staff del gruppo Pdl della Camera dei deputati, invita Sabelli a guardare "all'etica dei suoi anonimi affiliati". "Il capo del sindacato-partito dei magistrati inveisce oggi contro i politici e la loro etica. In questo modo aizza la piazza e deforma il ruolo assegnato dalla Costituzione all'ordine giudiziario. E questo rappresentante sindacale sarebbe voce ufficiale delle toghe e sintesi della loro imparzialità?", si legge nella nota. "Cosa tristemente evidente - sostiene il Mattinale - quando alcuni loro campioni si affacciano sulla scena politica evidenziando teorie e prassi sperimentate illecitamente quando esercitavano il potere di distruggere libertà e reputazione di persone perbene, sempre difesi dal loro sindacato. Questa vergogna è intollerabile non trovi nella maggioranza di larghe intese una risposta legislativa con una decisa iniziativa di riforma, come indicato dai saggi di Napolitano già nello scorso aprile". "La pacificazione passa attraverso la riforma della giustizia. Le larghe intese inerti - conclude Il Mattinale - si trasformano in un alibi per scorribande di barbari".


Dopo l'assenza di ieri, il capo dei senatori Renato Schifani durante il congresso torna sul tema dell'amnistia. "Ora Berlusconi è diventato il problema della sinistra per fare una legge chiesta dal Capo dello Stato e che tocca i cittadini, i quali potrebbero non godere di un provvedimento di clemenza solo perché questo potrebbe avvantaggiare Berlusconi". "La sinistra si è avvitata - sottolinea Schifani - sul tema dei reati, se favoriscano o meno Berlusconi. Si sta ribaltando la situazione nei rapporti tra politica e giustizia".


E sempre di Berlusconi, ma questa volta di voto per la decadenza, parla il presidente della Commissione affari costituzionali al Senato Anna Finocchiaro. "La questione del voto palese o segreto è delicata e opinabile. Il voto della Giunta del regolamento è stata rinviata al 29 ottobre perché il presidente Grasso è negli Stati Uniti. Voglio escludere che ci sia stato un traccheggio per spostare la decisione". Al suo arrivo al congresso, Finocchiaro ha aspramente criticato l'atteggiamento del Pdl. "La situazione del Pdl rischia di vanificare non le larghe intese, ma le sorti dell'Italia". E poi: "Un salvacondotto a Berlusconi? Mi pare pura fantascienza. Non c'è mai stato all'ordine del giorno nessun salvacondotto e non lo sarà neanche in aula".



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