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20 dicembre 2023

"Il ministro ha corretto il tiro, ora un confronto leale e franco"

L’intervista del presidente Giuseppe Santalucia a La Stampa


Giuseppe Santalucia - Presidente ANM

Di Alessandro Di Matteo


La magistratura non travalica il dettato della Costituzione, la legge si applica anche «interpretandola», non è solo una procedura «meccanica», ma non è necessario un «tavolo della pace, perché non c`è mai stata una guerra». Giuseppe Santalucia, presidente Anm, ha ascoltato bene le parole di Guido Crosetto in aula, le divergenze rimangono, le letture sul ruolo della magistratura sono diverse, ma l`informativa alla Camera del ministro alla fine lo rincuora perché ha fatto riferimento a dichiarazioni di magistrati durante i dibattiti congressuali, cosa diversa dall`evocare un`azione di opposizione al governo da parte della magistratura.

Quindi oggi è più tranquillo dopo avere ascoltato il ministro in Aula?

«Le dichiarazioni in aula fugano il sospetto iniziale, quando parlò di opposizione giudiziaria al governo. Cosa che creò in me inquietudine e mi fece intervenire per rassicurare che la magistratura non fa operazioni di questo tipo. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha parlato di interventi congressuali. Questo ridimensiona fortemente la questione. I congressi sono pubblici, il ministro della giustizia è spesso ospite, ci sono esponenti politici di primo piano. Pensare che i magistrati ordiscano manovre contro il governo alla luce del sole... La risposta viene da sé».

È pronto al «tavolo della pace» invocato da Crosetto?

«Il tavolo della pace mi sembra un’espressione un po’ eccessiva, perché non c`è stata una guerra. Abbiamo bisogno di un confronto leale e franco sui problemi che riguardano il nostro settore. Noi siamo sempre pronti a dialogare su questi temi e il ministro Nordio lo sa. Dopodiché, il problema del rapporto tra giurisdizione e legge è una questione molto ampia, faremo il congresso a maggio e parleremo di questo. Ma non può alimentare la preoccupazione di un ministro, nessuno deve pensare che ci siano invasioni di campo».

Il punto che viene sollevato è quello del ruolo della magistratura, che - secondo molti nella maggioranza - tende ad andare oltre il compito assegnato dalla Costituzione.

«Restano delle preoccupazioni, ma il ministro ha estrapolato frasi da interventi congressuali. Nell`incontro (di venerdì scorso, ndr) io ho provato a spiegare il senso di alcune espressioni che lo hanno inquietato. Non c`è nulla che non sia iscrivibile nel quadro dei rapporti istituzionali tra politica e magistratura».

In realtà Crosetto dice esplicitamente che i magistrati sono «altissimi funzionari» che però devono solo applicare la legge e non interpretarla.

«Su questo c`è un dissenso. Il ministro è legato a una concezione della magistratura che si limita alla mera applicazione, senza interpretazione. L`interpretazione è "in sé" della giurisdizione, il che non significa essere infedeli, ma cogliere il significato della legge. Le norme si applicano interpretandole. Quando il ministro dice che la rappresentanza spetta al Parlamento siamo tutti d`accordo. Nessuno vuole arrogarsi la rappresentanza politica. Ma l`applicazione della legge è un po` più complessa dell`applicazione meccanica che il ministro vagheggia. Non si può ridurre a tutto "io dico qual è la legge e tu la applichi". Questo è il mito del giudice mera "bocca della legge". Interpretazione e rispetto della legge stanno insieme».

Quindi lei esclude che nella magistratura ci sia la tentazione di sostituirsi alla politica, di fare da supplente, o addirittura da contropotere?

«É chiaro che la difesa dei diritti fondamentali ha una vocazione anti-maggioritaria, quei diritti sono fondamentali proprio perché prescindono dalle maggioranze. Non possiamo decidere di sopprimere i diritti fondamentali perché lo decide il 51% degli elettori. Ma questo fa parte del normale rapporto istituzionale tra politica e magistratura. Questi sono temi importanti, complessi, ma sono lontani dall`iniziale preoccupazione raccontata dal ministro nell`intervista».

Vi sentite sotto attacco da parte della politica e di questo governo in particolare?

«No, in qualche convegno si è parlato di attacco ai diritti, più che di attacco alla magistratura. È stato il tema di qualche congresso, ma non pensiamo che ci sia una guerra, sono titoli congressuali. Ecco perché dico che il richiamo al tavolo della pace è eccessivo, bisogna contestualizzare. Non bisogna pensare a una contrapposizione che oltre la Costituzione. E tutto leggibilissimo all`interno di un quadro più che rispettoso della Costituzione».

Non sarà una guerra, ma lo scontro tra politica e magistratura va vanti da 30 anni.

«L`Anm dice da tempo che è il caso di mettersi alle spalle questa stagione. Noi non abbiamo nessuna voglia di continuare questo canovaccio della contrapposizione. Vorremmo superarla e lo abbiamo detto anche al ministro nell`incontro della scorsa settimana».

Quindi assicura che il governo non cadrà per un`iniziativa giudiziaria?

«No, no, certo. Ma il pericolo di queste letture anticipate e che se poi c`è qualche iniziativa tra qualche mese si potrà dire "avevo ragione"....».

Intende che si mettono le mani avanti, magari per limitare le azioni della magistratura?

«Si creano le condizioni per dire "l`avevo detto". Ma in questo modo si crea equivoco su equivoco».

L`ha sorpresa che queste parole siano arrivate da una figura come Crosetto, spesso ritenuto tra i più moderati nel centrodestra?

«Non ho conoscenza del ministro per dire che sono stato sorpreso. E prendo sul serio le sue preoccupazioni, non le sto sminuendo. Ma mi sento di dire che non hanno fondamento».



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