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6 agosto 2024

"Pericoloso e illogico appellarsi al ministro Nordio per rivedere sentenze definitive"

Intervista a Santalucia su Repubblica


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di Liana Milella

Gli attacchi alla magistratura non finiscono mai. Prima l'inchiesta Toti, ora il caso Mollicone. Mentre Nordio si libera dei reati scomodi come l'abuso d'ufficio. Proprio a lui il meloniano Mollicone chiede di riscrivere le sentenze sulle stragi neofasciste in Italia. È mai possibile?
«E del tutto sorprendente- risponde il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia - anche perché c'è una grande e pericolosa confusione su quali siano le competenze di un ministro di Giustizia e quale sia la forza di una sentenza irrevocabile, necessaria per mantenere l'assetto democratico dell'Italia. Una cosa è la critica delle sentenze, altro lo spettacolo cui si assiste da tempo, il sistematico disconoscimento del ruolo e della funzione della giurisdizione».

Mollicone vuole che Nordio smonti i processi sulle stragi neofasciste frutto del pregiudizio di toghe di sinistra contro la destra.
“Non spetta certo al ministro revisionare i contenuti delle sentenze o stabilire se siano state rispettate le garanzie del giusto processo. Questo lavoro si fa impugnando le sentenze davanti alle Corti deputate al controllo, come la Cassazione o la Corte europea dei diritti dell’uomo”.

All’interno del processo dunque.
“Certo, e sarebbe semmai un’iniziativa degli imputati, e non certo di osservatori politici esterni, e meno che mai di rappresentanti delle istituzioni. Le affermazioni fatte invece, vista l’impossibilità di realizzare il proposito, non fanno che gettare discredito sul lavoro faticoso e complesso compiuto dall’autorità giudiziaria di Bologna. Per di più potrebbero ingenerare il convincimento che le sentenze da rispettare siano solo quelle che piacciono. Mi sembra chiara la ricaduta negativa sul discorso pubblico sulla giustizia”.

Mollicone, e non solo lui viste le adesioni tra i meloniani, vuole ottenere il totale discredito sulla magistratura che ha indagato sulle stragi, in quanto di parte.
“È solo un refrain quello dei magistrati politicizzati che emettono provvedimenti o sentenze sgradite a seconda della prospettiva politica da cui si guardano. In quest’atteggiamento ormai dilagante vedo uno scarsissimo, o addirittura inesistente senso istituzionale. E mi appello alla razionalità di tutto il mondo politico perché si metta fine a un approccio ai temi della giustizia logorante non solo per noi magistrati, ma per l’assetto democratico del Paese”.

Antonio Scurati a Repubblica dice che la destra vuole riscrivere “la verità storica e giudiziaria delle stragi di matrice neofascista”.
“Voglio dire con chiarezza che giudico al di fuori da ogni logica coltivare la pretesa di sostituirsi ai tribunali e alla Corti nell’accertare la verità dei fatti e le responsabilità individuali. Ritengo fortemente denigratorio che quanto hanno accertato tribunali e Corti non abbia alcun valore in forza di un pregiudizio politico genericamente evocato per screditare l’importanza di molti processi, ormai definiti con sentenze irrevocabili”.

La tesi di Mollicone è chiara, i giudici non avrebbero cercato la verità giudiziaria ma perseguito solo “un teorema politico“.
“Detta così non è un tesi, ma solo un’illazione gratuita”.

Usata per gettare discredito su voi toghe.
“Glielo ripeto ancora una volta, io sono molto preoccupato dal dilagare di un metodo del tutto insensato di affrontare in generale le questioni della giustizia. Ma se quel metodo viene applicato per disconoscere lunghi e complessi accertamenti giudiziari su una delle più grandi tragedie della storia repubblicana allora la mia preoccupazione si trasforma in un grande allarme”.

Considera quest’interrogazione al Guardasigilli del tutto irricevibile?
“Le interrogazioni al ministro sui processi non possono mascherare il tentativo di esercitare un controllo politico sul lavoro giudiziario. Nel senso che, come del resto è noto, non possono assolutamente mirare alla revisione dei contenuti di una sentenza, perché questo può avvenire solo nelle aule di giustizia”.
 

 


 





 



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