16 settembre 2024
“Dal governo reazione scomposta, non si può pretendere l’impunità”
Il presidente Santalucia a La Stampa
di Grazia Longo
Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, con l’attacco del vicepremier leghista Matteo Salvini alla procura di Palermo viene meno il principio di legalità?
«Il principio di legalità si afferma nei processi e attraverso le sentenze. Le parole del ministro rivelano un modo distorto di intendere la giurisdizione, nella misura in cui fanno confusione tra il processo alle singole condotte di un politico con il processo alla politica, che nessuno fa. È un rilevante equivoco: non si può aggredire la magistratura per il solo fatto che svolge la sua funzione, essenziale per la vita del Paese e di assoluto rilievo costituzionale».
Vede dunque un’ingerenza della politica nonostante la separazione dei poteri?
«Buona parte della classe politica sembra manifestare insofferenza nei confronti del controllo della legalità e confonde il primato della politica con la pretesa di impunità. Noi magistrati rispettiamo la politica, ma la legge penale obbliga tutti ad osservarla. Senza entrare nel merito del processo di Palermo, voglio ribadire che anche i politici sono, come tutti, soggetti alla legge penale. I magistrati italiani non si fanno turbare, nell’esercizio delle loro funzioni, dal polverone di dichiarazioni che li accusano di essere politicizzati e manterranno, anche in questa occasione, autonomia e serenità di giudizio. Si attenda la sentenza e poi la si critichi pure ma con argomenti e non con pregiudizi».
Secondo la premier Giorgia Meloni “la procura di Palermo ha trasformato in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale”. Cosa ne pensa?
«Dissento. La procura non sta criminalizzando una condotta di difesa del territorio dello Stato, ma sta contestando un fatto di semplice comprensione, si vedrà se effettivamente commesso o meno, ossia che per difendere i confini non si possono comprimere i diritti di libertà dei migranti».
Per la pubblica accusa Salvini si è macchiato di un sequestro di persona, ma anche lui, come la premier sostiene di aver difeso i confini nazionali.
«Guardi, il merito della vicenda attiene al processo e io non sono in grado e non intendo commentare le difese del ministro Salvini. Quello che posso dire, in astratto, è che anche la finalità di difendere i confini, che certo di per sé è legittima, va perseguita rispettando le leggi, comprese ovviamente le leggi penali».
Il recente attacco alla magistratura è un atto intimidatorio?
«Non credo sia un atto di intimidazione, quanto piuttosto una reazione scomposta che non tiene conto di alcuni principi fondamentali della nostra democrazia: l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge e l’autonomia e indipendenza della magistratura».
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ritiene che “i magistrati interpretano le leggi in modo estensivo. Non spetta alla magistratura correggere le norme”. Come valuta queste considerazioni?
«Le leggi si applicano interpretandole. La scissione tra interpretazione e applicazione non ha senso. Non esiste. Certo, le leggi vanno interpretate correttamente, e in questa direzione infatti si orienta il quotidiano impegno dei magistrati italiani».
Cosa pensa dell’intervento della deputata leghista ed ex magistrata Simonetta Matone per la quale “l’Anm è un lupo vestito da agnello. Abbiamo una magistratura politicizzata che influenza da decenni la storia di questo Paese”?
«Sono parole che vogliono accreditare l’immagine di uno scontro tra istituzioni che non c’è. Per questa ragione credo che quelle parole non meritino ulteriore commento».
Nel dibattito politico in corso il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha preso le vostre difese. Se ne rammarica?
«Mi sarei atteso un intervento del ministro a tutela non tanto dei singoli magistrati quanto della funzione giudiziaria. Non è però la prima volta che questa mia attesa resta delusa».
C’è differenza tra le parole dell’ex governatore della Liguria Giovanni Toti e quelle del vice premier Salvini? Quest’ultimo si scaglia contro la magistratura, mentre Toti non se la prende con voi ma critica la “politica ipocrita”.
«Sinceramente non comprendo molto le parole dell’ex presidente Toti, ma mi pare che anche lui in fondo non abbia risparmiato ingiuste critiche ai magistrati».