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28 settembre 2023

L'allarme di Santalucia (ANM): Processi a rischio con la stretta sulle intercettazioni e il ritorno alla prescrizione

Intervista al presidente dell’associazione nazionale magistrati: Il vero garantismo è quello che attua la Costituzione


Giuseppe Santalucia - Presidente ANM

di Liana Milella La Repubblica


“La stretta sulle intercettazioni e il ritorno alla prescrizione del 2005 mettono in pericolo l'esigenza di tutelare i diritti della persona e assicurare l'effettività dell'accertamento penale”. Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia racconta a Repubblica tutti i suoi dubbi e le sue perplessità sugli ultimi interventi legislativi della maggioranza.


Giornata campale per la giustizia, passa alla Camera il decreto sulle intercettazioni che toglie potere ai pm e in più ecco il testo base sulla prescrizione che torna alla legge Cirielli. Vede a rischio il potere d'indagine della magistratura?
Certamente la capacità investigativa e di accertamento dei reati viene indebolita. L'ho detto più volte, la cosa in sé è un male e lo è ancor di più in un momento come questo in cui i controlli di legalità dovrebbero essere accresciuti a tutela degli investimenti pubblici delle ingenti risorse finanziarie del Pnrr.


Invece prevale in ogni legge uno presunto spirito super garantista.
Metterei da parte la parola garantismo, che è altra cosa rispetto a leggi che tengono a freno solo lo svolgimento dei processi penali. Il garantismo a cui io penso è quello che attua fino in fondo i principi della Costituzione.


E lei invece già li vede violati?
Vedo in pericolo quel difficile equilibrio tra l’esigenza di tutelare i diritti della persona e quella di assicurare l'effettività dell'accertamento penale. E tutto muove da un malinteso in premessa, e cioè che il processo penale non sia esso stesso uno strumento per realizzare i valori della persona.


Guardi, il clima che si può cogliere nella maggioranza e nel gruppo di Azione che la sostiene sulla giustizia è che i pm non badino affatto alle garanzie degli imputati e degli indagati.
È una petizione di principio tanto ingiustificata quanto indimostrata. Tengo sempre a precisare che possono anche esserci dei casi di discutibile esercizio del potere giudiziario, con errori o comportamenti non corretti dei singoli. Ma non è accettabile che sulla base di asserite cattive gestioni di alcuni processi si alteri il sistema normativo nelle parti in cui ha raggiunto un accettabile equilibrio.


Il testo base per riscrivere la prescrizione prevede il ritorno alla Cirielli e la cancellazione delle leggi Orlando, Bonafede e Cartabia. Un passo del genere a cosa può rispondere?
Solo ad accrescere lo stato di inefficienza dei processi. La politica sembra non comprendere che la continua modifica della legge penale a distanza di poco tempo dalla riforma precedente è solo un fattore di rallentamento dell'attività giudiziaria e crea disorganizzazione, incertezze interpretative, difformità applicative.


Scusi, ma tornare alla legge di Berlusconi sulla prescrizione non significa solo far cadere i processi e mandare liberi gli imputati?
Non si può legiferare dimenticando le leggi già fatte, alcune delle quali, in particolare la legge Orlando, si faceva carico di assicurare tempi adeguati dei processi, evitando che la prescrizione li mandasse al macero. Proprio in base a questo principio noi dell'Anm abbiamo criticato la riforma Cartabia sull'improcedibilità. Ma adesso tornare al 2005, senza considerare tutto ciò che le leggi successive si sono sforzate di garantire, sembra proprio del tutto irragionevole.


Ma qui sta prevalendo un presunto garantismo che, da un lato farà cadere i processi per avvenuta prescrizione, e dall'altro rischia di far condannare una persona perché un'intercettazione ritenuta irrilevante non potrà più essere trascritta.
Proprio dal punto di vista del garantismo penale lo ritengo un grave errore. Ciò che può apparire irrilevante all'inizio di un'indagine può rivelarsi rilevante nel prosieguo del processo, soprattutto in chiave difensiva. La mancata annotazione renderà estremamente difficile, se non impossibile, il recupero postumo di conversazioni che possono rivelarsi anche prove a favore. Ma poi, chi decide l'irrilevanza? La polizia giudiziaria che sente gli ascolti? Questo significa ignorare le garanzie del codice del 1988, quello di Vassalli citato sempre dal Guardasigilli Nordio, codice che ha affidato le intercettazioni al pm togliendole alla polizia.


Da presidente dell'Anm lei domani partecipa a Palermo al congresso di Area, la corrente delle toghe che rappresenta i magistrati progressisti, dove viene anche Nordio. Gli porrete questi interrogativi sulle decisioni della sua maggioranza?
Quest'appuntamento sarà un’occasione importante per discutere delle riforme, e con la presenza del ministro consentirà un confronto chiaro e rispettoso, sui nodi che, a mio giudizio, le sue riforme non sciolgono ma aggrovigliano ancora di più.



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