Le criticità del ddl Nordio

Dopo l’approvazione del disegno di legge Nordio in Senato e l’assegnazione alla competente commissione della Camera dei deputato il Comitato direttivo centrale ha approvato un documento nella riunione del 2 marzo.

In evidenza le criticità rispetto a tre aspetti: l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, le modifiche alla disciplina delle intercettazioni e gli interventi rispetto alle misure cautelari. “Che l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio eviti la paralisi dell’attività amministrativa è una mistificazione della realtà essendo attualmente strettamente ancorata, la condotta criminosa, a violazioni di “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge”, recita il documento.
“L’unico effetto prevedibile - si legge ancora - , dunque, sarà quello di garantire l’impunità a quei pubblici ufficiali che commettano specifiche puntuali e sistematiche violazioni di legge”.

Sul tema delle intercettazioni il Comitato direttivo centrale sottolinea “un aggravio di tempo e di carico, atteso che frequentissimi sono i riferimenti a terzi estranei". Mentre rispetto alla introduzione di un giudice per le indagini preliminari collegiale si ribadisce “la garanzia della collegialità è assicurata dal controllo del Tribunale per il Riesame che, peraltro, interviene in brevissimo tempo dal momento della esecuzione della misura cautelare”, ricordando che “molti tribunali italiani, specie i medio piccoli, vedranno decuplicarsi le cause di incompatibilità con la stortura che i dirigenti degli uffici saranno chiamati a coinvolgere necessariamente magistrati non specializzati”.

L’Associazione nazionale magistrati “ribadisce il proprio fermo dissenso su ogni iniziativa di riforma del processo penale che comporti vuoti di tutela in settori nevralgici, come quello della Pubblica Amministrazione, e che cagioni rallentamenti ed aggravi all’efficienza della giurisdizione”.