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2 giugno 2024

«Da Nordio accuse ingiuste, faccia un giro degli uffici giudiziari»

Intervista del segretario generale dell’ANM al Corriere della Sera


Salvatore Casciaro

di Virginia Piccolillo


Il ministro Carlo Nordio dice che il dialogo con i magistrati è aperto ma spera che non scioperiate. Salvatore Casciaro, da segretario Anm, cosa ne pensa?
«Il ministro parla con toni ingenerosi nei confronti dei magistrati».


Ingenerosi?
«Fa accuse ingiuste quanto generiche. Attribuisce a noi ritardi e anomalie. Lo inviterei a fare un giro degli uffici giudiziari».


Cosa vedrebbe?
«Un arretrato enorme, un carico di fascicoli per ciascun magistrato insostenibile e un assetto organizzativo inadeguato per manchevolezze del ministero. Basti considerare che la dotazione dell’organico dei funzionari dell’ufficio per il processo è ancora pressoché dimezzata. Per non parlare della digitalizzazione».


Non è partita?
«Il processo telematico penale sarebbe dovuto partire entro il 1 gennaio 2024, secondo l’impegno preso con l’Ue. Ma l’applicativo del ministero era talmente lento e pieno di disfunzionalità che è stato differito, sospeso e ora reso non obbligatorio».


Ma sciopererete?
«Si deciderà il 15. Abbiamo lasciato il tempo ai colleghi degli uffici giudiziari nei territori di indire assemblee, dibattere e formulare proposte. È una possibilità che valuteremo, oltre che un diritto previsto dalla Costituzione per ogni lavoratore. Quindi anche per i magistrati».


Il ministro obietta che un potere dello Stato sciopererebbe contro un altro.
«Non è un diritto del potere. È un diritto individuale. Metterlo in discussione, proprio da parte del ministro della Giustizia, mi sembra eccessivo».


Lui dice che vi ascolterà «con deferenza» se vi dimostrerete responsabili. Lo sarete?
«Affermazione che francamente non comprendo. Perché, si prospetta che la magistratura, nel suo complesso, non lo sia?».


La riforma non vi piace per la separazione delle carriere giudici-pm?
«Siamo contrari alla separazione delle carriere, certo. Ma credo che essa, nel disegno della riforma, sia poco più che un pretesto. Va ben oltre. La riforma, per come è strutturata, è nel complesso allarmante: mira a ridefinire l’assetto fra poteri dello Stato».


Come?
«Smembrando e depotenziando il Csm».


Perché sarà diviso in due?
«Non solo, anche se la frammentazione, senza un raccordo, provocherà problemi organizzativi con conseguenze sulla efficienza della giustizia. Il punto è anche che ciascun Csm verrà svuotato della funzione disciplinare che da sempre lo caratterizza, che è essenziale in qualsiasi organo di governo autonomo della magistratura. I due Csm decideranno su funzioni direttive e semidirettive e su trasferimenti o assegnazioni ma non più sulla disciplina. Questo è molto preoccupante».


Nordio dice che non siete stati capaci di fare ordine in casa vostra quindi è dovuta intervenire la politica. Non è così?
«No. Lo testimoniano i numerosi procedimenti disciplinari già definiti dal Csm e le numerose sanzioni per illeciti deontologici comminate dall’Anm».


Però il caso Palamara ha mostrato uno scambio di favori e nomine.
«Ci sono state sanzioni inflitte dall’organo disciplinare del CSM divenute poi definitive. Quindi non si può negare che la pulizia sia stata fatta. E non è che per colpire magistrati responsabili di comportamenti scorretti si può privare del diritto di voto tutti i magistrati che, a detta dello stesso ministro, sono stati le prime vittime delle passate degenerazioni correntizie».


Il sorteggio è mirato a evitare la «degenerazione delle correnti». Non pensa?
«No. È una perdita di autorevolezza del Csm, se non mettiamo i magistrati più adatti e più capaci, eletti all’esito di un confronto sulle diverse idee di giurisdizione, ma soggetti destinati lì dal lancio di dadi. E poi c’è asimmetria con i laici».


Non sono anche loro sorteggiati?
«Non con sorteggio secco ma temperato: estratti da un elenco di soggetti eletti dal Parlamento. Tanto più scarno sarà l’elenco tanto più prevedibile l’esito del sorteggio».


Avreste voluto un sorteggio temperato anche voi?
«Assolutamente no. E comunque la separazione delle carriere, che non ci piace, di per sè non comporta alcuna necessità di sorteggio. Per non parlare dell’altra incoerenza: le carriere separate che impongono di dividere in due il Csm, si possono invece riunificare nell’Alta Corte dove giudici e pm decidono assieme sulle sanzioni disciplinari. Per di più sorteggiati solo tra magistrati di legittimità».


Lei è giudice di Cassazione. Perché non va bene?
«Perché i magistrati, secondo l’articolo 107 della Costituzione, tuttora vigente, si distinguono solo per diversità di funzione. In questo modo si innesta un profilo di gerarchizzazione. Riproponendo una differenza tra la magistratura alta e bassa che avevamo superato. Ecco perché vedo nel disegno di legge l’intento di giungere a un riassetto complessivo dell’equilibrio tra i poteri costituzionali».


Il governo rivendica al Parlamento la facoltà di cambiare. Non è corretto?
«È indubbio che spetta al parlamento sovrano fare le scelte. Ma è dovere esprimere con argomenti validi un dissenso profondo e mostrare rischi che non sono sempre evidenti e tuttavia ci sono».


Il rischio di un salto nel buio?
«Di un salto in un territorio ben chiaro e definito in cui il potere giudiziario è fortemente ridimensionato, con perdita di fondamentali garanzie per i cittadini».






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