Analizzare da un punto di vista scientifico lo strumento dei test psico-attitudinali per l’accesso in magistratura con il contributo di accademici, giuristi, psicologi e psichiatri. Questo l’obiettivo dell’incontro di studio svolto a Milano all’Università statale del capoluogo meneghino. I test sono uno strumento introdotto nelle scorse settimane dal governo e su cui si è espressa con durezza l’Associazione nazionale magistrati. Proprio l’Anm ha voluto organizzare questo approfondimento per raccogliere i contributi delle categorie professionali che hanno specifiche competenze sul tema.
Quattro le sessioni svolte, dopo la relazione introduttiva del presidente Santalucia. La prima con le riflessioni di psichiatri, psicologi e psicoanalisti con i contributi di Paolo Brambilla, Giuseppe Sartori, Sarantis Thanopoulos e Stefano Zago. La seconda, moderata dalla componente della Giunta Anm Elisabetta Canevini, con l’approfondimento sul fronte dell’attuale normativa di valutazione con la componente del Csm Bernadette Nicotra e su quello del contesto internazionale con il segretario generale dell’Unione internazionale magistrati Giacomo Oberto.
Nel pomeriggio altri due focus su aspetti specifici che riguardano il decreto legislativo 44/2024. Quello sui profili di legittimità costituzionale dell’articolo 5 del decreto legislativo, moderato dal componente della Giunta Anm Enrico Infante, con gli interventi di Nicolò Zanon e Tomaso Epidendio. Infine la sessione sul ruolo delle università e della Scuola superiore della magistratura nella formazione dei magistrati con la presidente della Scuola Silvana Sciarra, il vicepresidente del Consiglio universitario nazionale Fulvio Cortese e il presidente del Comitato di direzione della Facoltà di giurisprudenza Gianroberto Villa. A chiudere la densa giornata di lavoro Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale dell’Università degli studi di Milano e già vicepresidente della Scuola superiore di magistratura.
“Abbiamo svolto questo incontro per fare ciò che Parlamento e governo non hanno fatto”, spiega il presidente Giuseppe Santalucia. “Ci vogliamo confrontare con gli esperti delle varie professioni. Questo provvedimento ha una ampia serie di criticità, a partire dalla vaghezza, dalla genericità e dall'approssimazione. Noi siamo favorevoli a ogni prova che renda più rigoroso e selettivo il concorso, non però in questo modo e con questa approssimazione. Tutto ciò sembra volto a mandare un messaggio, cioè che i magistrati hanno bisogno di essere controllati psichicamente”, conclude.
La giornata di studio sui test psico-attitudinali per l’accesso in magistratura
La relazione introduttiva del presidente Santalucia
L'intervento di Enrico Infante, componente della Giunta esecutiva centrale dell'ANM
L'intervento di Elisabetta Canevini, componente della Giunta esecutiva centrale dell'ANM
Sessione mattina
Sessione pomeriggio