Un contributo tecnico in merito al decreto Carceri, il cui esame è in corso in commissione Giustizia al Senato. A intervenire per l’Associazione nazionale magistrati i componenti della Giunta esecutiva centrale Elisabetta Canevini ed Enrico Infante.
“Abbiamo sottolineato alcuni aspetti tecnici del provvedimento sottolineando le criticità e le opportunità”, spiega Elisabetta Canevini. Fra i temi trattati quello degli organici della dirigenza penitenziaria così come della Polizia penitenziaria, rispetto a cui è stata sottolineata la preoccupazione in merito ai tagli dei tempi della formazione. “Vista la delicatezza del ruolo la formazione è quanto mai fondamentale”, ha spiegato Canevini.
“Al netto dei singoli aspetti l’intervento normativo non incide sulla situazione della popolazione carceraria, né, malgrado le intenzioni, agevola la procedura per l’attuazione dei meccanismi di liberazione anticipata”, aggiunge poi Canevini a margine dell’audizione.
Enrico Infante è intervenuto invece nello specifico sull’introduzione di una nuova fattispecie di reato, ovvero il peculato per distrazione. “Il nuovo peculato per distrazione - spiega il componente della Giunta - ritaglia alcune fattispecie dell’attuale reato di abuso di ufficio che quindi sopravvive all’abolizione con una modifica che ha abbassato la pena massima a tre anni. La differenza quindi è che non saranno più possibili gli arresti cautelari".
"Questo segna un momento di rivalutazione rispetto all’abrogazione secca dell’abuso d’ufficio, si è evidentemente ritenuto che almeno in punto di destinazione dei fondi pubblici ci sia la necessità dell’intervento penalistico e il bisogno di pena permanga", conclude Infante.