3 febbraio 2025
"Attaccano Lo Voi per mostrare cosa accade a chi scontenta la politica"
Casciaro a Repubblica
di Conchita Sannino
ROMA - «Il buon senso ora suggerirebbe di attendere le decisioni della Corte europea». Eppure Salvatore Casciaro, giudice e segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati: sa che il governo pensa a un decreto bis che estrometta anche dalle Corti d'Appello le toghe delle sezioni Immigrazione?
«Personalmente credo sarebbe meglio la prudenza, nell'attesa che si pronunci la Corte di Lussemburgo. Una nuova modifica legislativa renderebbe ancor più chiaro che il motivo del passaggio di competenze dai tribunali alle corti era solo uno: cambiare i giudici sgraditi».
Crociata anti-toghe, sette giorni. È stata una strategia trasformare il caso Almasri in caso Lo Voi?
«Ricordo l'esordio un po' confuso. Si è cercato con disinvoltura di far credere all'opinione pubblica che la mancata esecuzione della cattura di Almasri fosse responsabilità dei magistrati. Ora, sia pure lentamente, i fatti vengono a galla».
Dopo lo scontro, la verità?
«Sto a quello che leggo. Vedo tanti esponenti della coalizione di governo esprimersi sul dovere di preservare la sicurezza nazionale, sulla realpolitik: i fatti sono argomenti testardi, direste voi giornalisti. Ora si parla di "scelta politica"».
Come Anm avete replicato alla premier: "Colpa solo dell'inerzia di Nordio". Un affronto?
«Abbiamo precisato che in questo caso non erano mai arrivate richieste all'autorità giudiziaria. Mentre è il ministro della Giustizia il dominus, l'autorità centrale per la cooperazione con la Corte Penale».
Con il "trattamento Lo Voi", per Meloni indagata, c'è un prima e un dopo?
«Chiariamo questo punto. Ci sono stati attacchi violenti rivolti al procuratore Lo Voi, il quale ha semplicemente compiuto un atto giudiziario a lui rimesso da una legge costituzionale del 1989. Con veemenza si è contestato il suo atto».
Sicuri, tutti in Anm, che non poteva esserci altra valutazione?
«Quell'atto rientra assolutamente nelle prerogative, e questo mi è parso un improprio sconfinamento della politica nell'ambito del giudiziario. Si è cercato poi di denigrare la sua immagine, cercando vicende del tutto estranee ai fatti».
Il carteggio sui voli di Stato, che Lo Voi chiede per tornare in sicurezza a casa, rivelata dal Tg 1?
«Si è puntato a delegittimare il procuratore. Palesando perfino ipotesi di incompatibilità ambientale. Il messaggio è chiaro: adottare decisioni non gradite alla politica può diventare un rischio per le toghe».
È vero che l'Anm ha raccolto dubbi, preoccupazione da parte di molti giovani magistrati?
«L'apprensione è comprensibile in chi è appena arrivato. "Se fanno questo al procuratore capo di Roma, cosa può succedere a uno di noi?". Se avessimo 28 anni, ci faremmo domande analoghe».
Il governo vuol aprire in anticipo la campagna referendaria per il sì alla separazione delle carriere?
«Il ministro Nordio non fa mistero di voler porre il referendum come consultazione sull'indice di gradimento della magistratura, ma in queste ore si comprende il vero scopo della riforma: riuscire a controllare i pm per evitare indagini scomode».
Tutta la destra ora insiste su un punto: la Corte di appello va contro la Cassazione.
«La materia è complessa. Ma intanto la Cassazione ha detto chiaro e tondo che si può disapplicare nel singolo caso la normativa interna sui trattenimenti dei migranti ed è quello che i giudici italiani, di diversi distretti, hanno fatto finora. Stupisce qualcuno non l'abbia letta bene».
Quello che accade oggi tra governo e magistrati ci allontana dal cuore dell'Europa?
«Di certo, si percepisce un'insofferenza crescente verso l'attività di controllo giurisdizionale, ed è un fatto preoccupante. Ma so anche, e mi porta all'ottimismo, che i magistrati italiani custodiscono la loro indipendenza come patrimonio inattaccabile».
Lei è del gruppo più conservatore, Mi. Ed era per lo sciopero: a differenza di altri della sua corrente. Ora che avete vinto le elezioni, cambierà la linea in Anm?
«Sul no alla riforma e sullo sciopero, come strumento che sensibilizzi i cittadini sui guasti del ddl costituzionale Nordio-Meloni, la magistratura è unita: più che mai, in tutte le sue componenti. Diceva il Manzoni: Non sempre ciò che viene dopo è progresso. Cercheremo nei mesi a venire di farlo capire a tutti i cittadini».