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7 agosto 2025

«Nessuna vendetta. Non è il governo a decidere chi ha rispettato la legge»

Il segretario Maruotti al Corriere della Sera


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di Virginia Piccolillo

Rocco Maruotti, da pm e segretario generale dell'Anm, il procedimento Almasri è una vendetta dei magistrati contro il governo?
«È assolutamente falso e comunque era solo questione di tempo, che a Palazzo Chigi sarebbero arrivati a collegare l'esito di questa indagine con la riforma della magistratura era scontato. Verrebbe da pensare che sia una anticipazione della decisione di difendersi dal processo invece che nel processo».

La premier dice che il governo ha agito nel rispetto della legge e a tutela della sicurezza degli italiani.
«E una valutazione giuridica che non collima con quella fatta dai componenti del Tribunale dei ministri, che, per quanto estratti a sorte, hanno pur sempre superato un concorso in magistratura. Forse sarebbe il caso che a decidere se vi è stato favoreggiamento di un presunto torturatore, omissione di atti d'ufficio e peculato sia un giudice».

Non c'è stata un'invasione di campo della magistratura?
«Alla luce delle dichiarazioni della presidente del Consiglio Meloni forse si potrebbe obiettare che l'invasione di campo, in questo caso, sia da parte della politica».

Perché?
«Perché lei dice che i ministri hanno rispettato la legge, valutazione che compete all'autorità giudiziaria».

La premier dice che non governa a «sua insaputa». Perché archiviare la sua posizione?
«Il Tribunale dei ministri, all'esito di un'indagine estremamente accurata, ha operato una selezione delle posizioni dei diversi indagati ritenendo che solo per alcuni si potesse formulare una previsione di condanna. Non entro nel merito delle valutazioni fatte dai giudici, mi limito a dire che l'archiviazione è ampiamente motivata».

Ora che si è assunta la responsabilità, potrebbe essere di nuovo indagata, come chiede una vittima di Almasri?
«Non credo. Il decreto di archiviazione non è impugnabile e dalla ammissione di una responsabilità politica non deriva automaticamente una responsabilità penale, che si fonda su presupposti diversi. Sarà il magistrato competente a valutare».

Se il governo ha agito temendo ritorsioni è punibile?
«Intanto va detto che chi si difende invocando una scriminante, come lo stato di necessità, ammette implicitamente che ha commesso il fatto. Ad ogni modo, nella domanda di autorizzazione a procedere si legge che le prove raccolte escluderebbero che Nordio, Piantedosi e Mantovano abbiano agito mossi da uno stato di necessità. Forse sarebbe meglio che a stabilire se vi è stata o meno una simile scriminante sia un giudice, all'esito di un processo che però credo che non verrà mai celebrato per la prevedibile mancanza di autorizzazione a procedere».

Le dichiarazioni del presidente dell'Anm Cesare Parodi sull'eventuale coinvolgimento della capo di gabinetto Giusi Bartolozzi hanno scatenato ulteriori polemiche.
«Polemiche a parte, che comunque ritengo pretestuose (non ha fatto lui alcun nome), non ritengo opportuno entrare nel merito di altre eventuali responsabilità. E in ogni caso la valutazione sulle conseguenze politiche competono alla politica».

Qual è il confine tra la lecita tutela dell'interesse dello Stato e il favoreggiamento di un torturatore?
«L'indagine ha accertato che vi sarebbe stato un bilanciamento tra il rispetto degli impegni di collaborazione con la Corte penale internazionale e il tentativo di evitare riflessi negativi per la sicurezza dello Stato. Viene da dire perché non dirlo prima invece di nascondersi dietro un cavillo?».

C'è un disegno per frenare il contrasto all'immigrazione illegale come dice Meloni?
«E un'accusa assolutamente infondata che ci sentiamo rivolgere da più di due anni. Forse prima di vedersi bocciare le proprie iniziative legislative in materia di immigrazione anche dai giudici della Corte di Giustizia europea sarebbe stato sufficiente tenere conto dell'apparato di norme nazionali e sovranazionali esistenti che non consentono, neppure a chi ha vinto le elezioni, di fare ciò che vuole sulla pelle degli esseri umani, anche se si tratta di migranti».



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