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4 aprile 2025

“Dal ministro Nordio parole pericolose”

Il segretario Maruotti a Repubblica


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di Conchita Sannino

“Spiace constatare che un uomo di cultura come il ministro, che legge Shakespeare e cita i filosofi, possa propinare una storia buona per la propaganda: quella dei ‘selvaggi’ che vengono da altre culture ad ammazzare le donne”.
Una netta presa di distanza dalle parole del ministro arriva dal numero 2 dell’Anm, Rocco Maruotti. Che al fianco del presidente del sindacato delle toghe, Cesare Parodi, nelle prossime ore, dovrà affrontare e gestire, proprio in Comitato direttivo centrale dell’Anm, anche divergenze e mal di pancia sul prossimo incontro già in programma col Guardasigilli.

Segretario Maruotti, quello che il ministro Nordio ha detto a Salerno, “"Alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne", è stato frainteso o è solo l’ennesima delle sue esternazioni a sorpresa?
“Mi limito a dire che quanto ha sostenuto il ministro Nordio è destituito di fondamento e anche pericoloso”.

Lei pensa ad un messaggio che rischia di sdoganare dell’intolleranza?
“Innanzitutto, va ricordato che in realtà gli ultimi dati Istat disponibili, riferiti all'anno 2023, dicono che il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani e che il 43,8% delle donne straniere è vittima di propri connazionali, per cui in Italia ad uccidere le donne sono prevalentemente uomini italiani. Questi dati, perciò, smentiscono il Guardasigilli, ma quel che è peggio è che le sue errate affermazioni rischiano di alimentare un pericoloso clima di odio verso persone colpevoli solo di non essere italiane”.

Non crede che il governo Meloni, almeno col nuovo disegno di legge, voglia investire nel contrasto al femminicidio?
“Ma come ha riconosciuto lo stesso ministro Nordio, la legge non basta e anche questi recenti episodi lo dimostrano. In altre parole, non basta prevedere il femminicidio come reato autonomo punito con la pena dell’ergastolo, se poi non si investe in politiche sociali e in politiche sulla famiglia e sull’educazione sentimentale…”

I centri antiviolenza denunciano da tempo che occorre il potenziamento e nuovi investimenti sui vari presìdi territoriali
“E’ uno dei tasselli fondamentali. Poi si possono infliggere ergastoli e pene esemplari, ma se non si lavora su prevenzione e monitoraggio, non se ne esce. Basta guardare agli Stati Uniti: sebbene in molti Stati sia prevista la pena di morte, resta elevatissimo il numero di omicidi e vi è il più alto tasso di carcerazione al mondo, il che dimostra che la funzione di deterrenza della pena da sola non basterà mai”.

Da 48 ore, sull’accelerata alla riforma della Corte dei Conti, ennesima levata di scudi dei suoi colleghi contabili. È la destra che sta demolendo il sistema di controlli e garanzie o voi che non accettate la “modernizzazione”?
“Non credo che ridurre il controllo di legalità, in quei termini, sugli amministratori pubblici significhi modernizzare il Paese, francamente. Ma questa è una scelta politica che possiamo non condividere, ma che come sempre rispettiamo”.

Lei e Nordio avete partecipato di recente a un convegno: lui vi accusava di “petulanti litanie” sulla riforma per la separazione delle carriere.
“Se è per questo in quella occasione ha anche detto che sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere la magistratura dice "sciocchezze colossali" e tutto questo mentre ci invita al dialogo. Onestamente, non mi sembra un atteggiamento coerente, così come non corrisponde alla verità il fatto che la magistratura non ha provato a migliorare questo testo: abbiamo ripetuto più volte tutto ciò che secondo noi non va; se avessero accolto anche solo uno dei nostri suggerimenti eliminando il sorteggio, il doppio Csm o l’Alta Corte disciplinare, sarebbe stato comunque un testo migliore di quello attuale”.

Avete incontrato come giunta dell’Anm il presidente Mattarella. Quale parola o invito porta con sé di quell’incontro?
“Dal Presidente Mattarella abbiamo ricevuto un’attenzione speciale e abbiamo ascoltato, come sempre, parole di grande saggezza, ringraziandolo molto per questo. A lui abbiamo ricordato il lungo applauso con cui i magistrati italiani lo hanno accolto a Palermo al suo arrivo all’ultimo congresso dell’Anm. Un abbraccio che esprimeva tutta la riconoscenza della magistratura italiana per il suo impegno di garante della Costituzione”.

Voi dovreste come Anm nuovamente incontrare il ministro Nordio: ma c’è il rischio che al vostro interno qualche gruppo decida di non andare a via Arenula. Perché?
“L’incontro con il Guardasigilli è stato programmato per affrontare temi che riguardano l’efficienza della giustizia: e sono temi sui quali da tempo abbiamo chiesto interventi urgenti. E’ chiaro che le espressioni sprezzanti utilizzate spesso dal ministro negli ultimi giorni non facilitano il dialogo. Per dirla tutta, ci lasciano nutrire poche speranze anche sulla reale utilità di questo incontro”.

Il Csm ha appena archiviato la pratica per incompatibilità, chiesta dai laici di destra, a carico del procuratore Stefano Musolino, che aveva criticato il ddl sicurezza del governo. Nelle stesse ore però, a Napoli, Repubblica ha raccontato che i vertici di FdI avevano invitato a parlare di riforma due giudici esposti con la destra e con vecchi problemi disciplinari, poi in extremis tenuti lontano dal palco. Che ne pensa?
“Penso che quanto accaduto dimostra una certa incoerenza. Da un lato si vorrebbe vietare ai magistrati di esprimere le loro opinioni, ma dall’altro li si invita, da destra, ad incontri pubblici. Personalmente sono favorevole alla partecipazione dei magistrati a conversazioni sui temi della giustizia, anche nell’ambito di dibattiti organizzati dai partiti politici, confidando in un uso responsabile dell’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero, nei limiti della continenza e con la doverosa postura istituzionale”.

Lei parteciperà al referendum? Andrà agli incontri?
“La Corte Costituzionale ha affermato più volte che anche il magistrato gode del diritto di manifestare le proprie idee, a condizione che lo faccia con equilibrio e misura. Il fatto che i giudici siano soggetti soltanto alla legge non vuol dire che non possano partecipare al dibattito referendario sui temi della giustizia. Per cui, certo: se richiesto vi andrò certamente”.



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