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30 giugno 2025

“Deriva pericolosa, è in atto una delegittimazione totale”

Il segretario Maruotti a Repubblica


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di Conchita Sannino

«Ormai anche la Suprema Corte è stabilmente nel loro mirino». Scuote la testa Rocco Maruotti, segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati. Esponente di Area, pm a Rieti, è la toga progressista al fianco di Cesare Parodi, di Magistratura indipendente, il torinese e moderato presidente dell'Anm. Non di rado, i due parlano lingue diverse, nelle stesse battaglie. «Ma questo - sorride Maruotti - è invece uno di quei casi in cui siamo molto compatti e consapevoli dei rischi».

Segretario Maruotti, Nordio è incredulo, la Cassazione esonda?
«Ad essere increduli sono solo i magistrati italiani nel vedere che un ministro, che è un ex pm, abbia inteso acquisire informazioni sul regime di divulgazione delle relazioni dell'ufficio del Massimario che sono notoriamente pubbliche».

Non sapeva fossero online?
«Sembra di no. Non stupisce più, invece, che una relazione del Massimario, contributo tecnico, venga letto come un atto politico. È assurdo, ma rientra nel progetto di delegittimazione che ormai non risparmia neppure la Suprema Corte».

Il procuratore Cantone ha detto a Repubblica che vi sono ormai serie "difficoltà" nella lotta al crimine e ha definito alcune norme della legge Sicurezza "non da paese liberale". Lei vede, come alcuni giuristi rilevano, rischi di regressione democratica?
«La repressione del dissenso, l'insofferenza diffusa verso gli organismi di controllo, il mancato riconoscimento del ruolo di istituzioni sovranazionali, vedi la Corte Penale internazionale, sono segnali che non rasserenano. Ma almeno fino a quando in Italia potremo contare su magistrati liberi, non ci sarà questo rischio».

Fu tra i primi a criticare iter e norme del dl Sicurezza: quali aspetti sarebbero di dubbia legittimità?
«Non pochi. La norma che amplia l'operatività dei Servizi segreti, consentendo loro di creare persino gruppi eversivi, i nuovi reati di rivolta carceraria e resistenza passiva, il divieto di vendita della cannabis light. E poi ci sono vizi di manifesta irragionevolezza, si colpiscono minoranze etniche, si creano potenziali discriminazioni e violazioni dei diritti umani. Alcune norme sono già all'attenzione della Consulta. Staremo a vedere».

E ora la Lega rilancia lo scudo per le divise: cosa ne pensa?
«Le forze dell'ordine meritano di essere tutelate nello svolgimento dei loro delicati compiti, ma deve trattarsi di una tutela effettiva e non demagogica come quella che sento annunciare. Ed è rischioso, ancora una volta, alimentare la falsa narrazione di un conflitto tra magistratura e forze dell'ordine».

A giorni, anche il Senato approverà il ddl sulla separazione delle carriere. Nordio insiste: una risposta "al mercimonio" nomine.
«Ma se il mercimonio delle nomine è esistito e ha riguardato tutti i magistrati, allora dobbiamo ritenere che ne sappia qualcosa anche l'ex procuratore aggiunto Nordio? Altrimenti sarebbe l'unica eccezione. In realtà, il ministro usa questo trito argomento per imporre la revisione costituzionale più grave e pericolosa della storia repubblicana. Una riforma il cui unico obiettivo è quello di indebolire il Csm e ledere l'autonomia dei magistrati».

Tuttavia, nell'ultimo comitato in Anm, in un documento vi impegnate a contrastare le degenerazioni correntizie.
«Alt, quel documento non è solo la presa d'atto delle cadute che hanno caratterizzato una certa stagione e hanno prodotto effetti deplorevoli, ma è soprattutto un documento che guarda al futuro e indica un percorso di trasparenza intrapreso da anni e che si vuole portare avanti caparbiamente».

Vi preparate al referendum?
«Sì, parlando con i cittadini, uno ad uno. Moltiplicheremo gli eventi pubblici, daremo la parola a società civile, Università, tanti evidenziano i rischi di assoggettamento delle Procure al potere politico. Ci preoccupa l'uso dei casi di cronaca giudiziaria per delegittimare la magistratura, cercando di fare credere agli italiani che le carceri sono piene di innocenti. Tutto questo è pericoloso, erode il legame dei cittadini con le istituzioni».

Qual è l'obiettivo ultimo, per lei?
«Intaccare la Costituzione, lì dove la Carta sancisce, invece, che i magistrati sono indipendenti da ogni altro potere. E sono questi principi ad aver assicurato fino ad oggi l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge».



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