20 agosto 2025
“La custodia cautelare non incide sul sovraffollamento”
Il segretario Maruotti ad Avvenire
Di Angelo Picariello
«Il sovraffollamento carcerario non è determinato, se non in una misura che è nella media europea, dalla custodia cautelare». Rocco Maruotti, segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati, contesta decisamente la lettura che il ministro Carlo Nordio dà in relazione al drammatico dato dei suicidi negli istituti di pena.
Il Guardasigilli sostiene, però, che il sovraffollamento non c'entra.
«A dire il vero il ministro è andato oltre, arrivando quasi a sostenere che il sovraffollamento costituisca un fattore di deterrenza al suicidio, perché molti suicidi in carcere sarebbero sventati dai compagni di cella. In realtà basta leggere i dati dell'Istituto superiore di Sanità (gli ultimi disponibili sono del 2021) per rendersi conto che il tasso di suicidi in carcere è 18 volte superiore a quello che si registra tra le persone in libertà. Ed è difficile sostenere che su questo dato non abbiano incidenza le condizioni disumane in cui versano i detenuti in Italia».
È stato anche detto che a incidere notevolmente sono le custodie cautelari di detenuti in attesa di giudizio.
«Chi sostiene che il sovraffollamento carcerario dipende dall'abuso della custodia cautelare fornisce una falsa informazione, smentita dai dati contenuti nel rapporto del Consiglio d'Europa sulla situazione carceraria, aggiornati al 31 gennaio 2024 , dai quali risulta che la percentuale dei detenuti italiani in attesa di sentenza definitiva è, come dicevo, nella media europea ed è comunque più bassa di quella di Francia, Germania e Regno Unito. Anzi, la costante riduzione, registratasi negli ultimi anni, del loro numero, grazie ad una applicazione della carcerazione preventiva come una extrema ratio come ci chiede anche la Corte Costituzionale, ha consentito di contenere l'aumento a dismisura della popolazione carceraria, che ha raggiunto un sovraffollamento del 133% , soprattutto a causa di scelte di politica criminale improntate ad una visione "carcerocentrica". Questa continua opera di delegittimazione della magistratura, portata avanti anche mediante la falsificazione dei dati , per orientare in senso negativo l ' opinione pubblica in vista del referendum costituzionale , è tanto più grave quando viene fatta speculando sulla grave situazione in cui versano i nostri istituti di pena e le persone in essi ristrette in condizioni disumane».
Nordio sostiene che gli attacchi politici gli danno adrenalina. Bisogna rassegnarsi a questo clima?
«Direi di no. Soprattutto perché non dovrebbe essere questo il clima in cui mettere mano alla Costituzione, frutto della riconciliazione tra forze politiche che erano uscite da una guerra civile che aveva spaccato il Paese . Questo clima muscolare è un campanello d'allarme per coloro che hanno a cuore la nostra architettura costituzionale e l'equilibrio tra i poteri su cui si fonda la nostra democrazia. Forse i diari dal carcere di Gianni Alemanno possono aiutare a una riflessione meno prevenuta da parte di tutti».
Sotto i riflettori sono in questo momento soprattutto inchieste contro giunte di sinistra. Che segnale è?
«È la dimostrazione di una magistratura non orientata politicamente, come una parte della politica la descrive falsamente e al solo fine di delegittimarla in vista della campagna referendaria. Solo una magistratura autonoma e indipendente come quella italiana può garantire il rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Proprio quella autonomia e indipendenza da ogni altro potere che, con la riforma costituzionale proposta dal ministro Nordio, si vorrebbero ridurre per controllare la magistratura e orientare la sua azione».