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24 febbraio 2012

Manovra, magistati in sciopero il 1° luglio

Il Comitato direttivo centraledell'Anm ha proclamato lo sciopero, assieme alle altremagistrature,  per il 1° luglio contro la manovra economicavarata dal Governo. Il Cdc ha deliberato, inoltre,l'organizzazione, unitamente a tutte le componenti firmatarie delPatto per la Giustizia, di assemblee tra l'8 e il 18 giugno al finedi rappresentare all'opinione pubblica la situazione di gravedisagio in cui versano i magistrati  e simulare gli effettidella mancata supplenza.


Il Comitato direttivo centrale
dell'Anm ha proclamato lo sciopero, assieme alle altre
magistrature,  per il 1° luglio contro la manovra economica
varata dal Governo. Il Cdc ha deliberato, inoltre,
l'organizzazione, unitamente a tutte le componenti firmatarie del
Patto per la Giustizia, di assemblee tra l'8 e il 18 giugno al fine
di rappresentare all'opinione pubblica la situazione di grave
disagio in cui versano i magistrati  e simulare gli effetti
della mancata supplenza.



Il Comitato ha stabilito, ancora,
che vengano organizzate, nella settimana dal 21 al 25 giugno, una o
più giornate di mobilitazione e di protesta con sospensione delle
attività di supplenza. L'individuazione dei giorni è delegata 
alle sezioni distrettuali, così come le modalità di attuazione, nei
limiti delle indicazioni contenute in un vademecum e secondo le
specifiche esigenze dei singoli distretti.



Il Cdc ha deciso, infine,
l'istituzione di un ufficio di assistenza e consulenza legale per i
magistrati per l'eventuale proposizione di azioni
giudiziarie. 



L'Anm ha ribadito che la manovra
incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori
fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni
illeciti, le grandi rendite e  le ricchezze del settore
privato; paralizza l'intero sistema giudiziario, screditando e
mortificando il personale amministrativo; svilisce la dignità della
funzione giudiziaria e mina l'indipendenza e l'autonomia della
magistratura; incide in misura rilevante soprattutto sulle
retribuzioni dei magistrati più giovani che subiscono una riduzione
di stipendio fino al 30 per cento. Questo significherà allontanarli
dalla magistratura.



E ancora, colpisce in maniera
iniqua, indiscriminata e casuale. Ad esempio, un pubblico
dipendente (magistrato o altro funzionario) con uno stipendio lordo
di 150.000 euro subirà un taglio di stipendio di 3.000 euro lordi
l'anno (cioè il 2% dello stipendio), mentre un magistrato di prima
nomina con uno stipendio lordo di circa 40.000 euro subirà tagli
complessivi per circa 10.000 euro lordi l'anno (circa il 25% dello
stipendio).  



Questa manovra sta già provocando
un massiccio "esodo" di magistrati, gravemente penalizzati dalle
misure concernenti il trattamento di fine rapporto, con conseguente
grave scopertura degli organici già in sofferenza.



L'Anm chiede al Governo interventi
strutturali che consentirebbero di ridurre le spese nel settore
giustizia e di recuperare risorse per lo Stato, secondo le proposte
più volte avanzate: la soppressione dei piccoli Tribunali e delle
sezioni distaccate di Tribunali che consentirebbe di risparmiare, a
regime, decine di milioni di euro; il recupero delle pene
pecuniarie e delle spese di giustizia, circa 1 miliardo di euro
l'anno; la sospensione dei processi con imputati irreperibili (che
costano decine di milioni di euro solo per il pagamento delle spese
di patrocinio).



I magistrati sono consapevoli della
crisi economica in cui versa il Paese e non intendono sottrarsi al
loro dovere di cittadini e di contribuenti, ma devono denunciare
che le misure approvate dal Governo sono ingiustamente punitive nei
confronti loro e di tutto il settore pubblico.



E' inaccettabile essere considerati
non una risorsa, ma un costo o addirittura uno spreco per la
giustizia.




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