Il 4 dicembre si è tenuto il
convegno "Oltre le sbarre. La pena fra sanzione e recupero"
organizzato dall'Associazione Nazionale Magistrati, in
collaborazione con il CoNaMS- coordinamento nazionale dei
magistrati di sorveglianza- e finalizzato a porre al centro
dell'attenzione pubblica il difficile tema della sanzione penale e
della sua esecuzione.
La scelta del luogo - la Casa del
cinema di Roma - è stata funzionale alla proiezione del film
"Cesare deve morire", pellicola girata nel carcere di Rebibbia dai
fratelli Taviani ed interpretato anche da detenuti. I registi,
presenti al convegno, hanno raccontato la loro esperienza con
emozione e coinvolgimento, descrivendola come un evento che ha
cambiato la loro vita grazie alla grande umanità incontrata in
carcere.
Il convegno è stato aperto da due
brevi introduzioni da parte del Presidente dell'Anm, Rodolfo
Sabelli, che ha spiegato il motivo della scelta del tema, e del
Segretario del Conams, Nicola Mazzamuto, che ha evocato una cultura
della pena fatta di efficaci percorsi sanzionatori e di recupero.
Il Direttore del DAP, Giovanni Tamburino, ha rivolto un saluto ai
presenti, compiacendosi dell'iniziativa riguardante un settore poco
valorizzato ed invitando tutti, ciascuno nel proprio ruolo, a
riportare il sistema carcerario a livelli accettabili, stante
l'attuale grado di insostenibilità.
Al termine dei saluti ha avuto
luogo il dibattito, moderato dal vice Presidente dell'ANM
Anna Canepa e da Donatella Stasio, giornalista de Il Sole 24 ore.
Hanno partecipato alla discussione Giovanna Di Rosa, consigliere
del CSM, il senatore Filippo Berselli, presidente della commissione
Giustizia del Senato, Marcello Bortolato, presidente della
commissione esecuzione penale e carcere dell'ANM, l'avvocato
Alessandro De Federicis, responsabile dell'Osservatorio carcere
delle Camere Penali, e Mario Marazziti, portavoce della Comunità di
S. Egidio.
Per introdurre i lavori Donatella
Stasio ha ricordato la comune iniziativa di ANM e CSM al Salone
della Giustizia di giovedì 29 novembre sul tema del carcere, ove
sono stati illustrati i risultati della Commissione Mista insediata
presso il Consiglio Superiore, incaricata di studiare ed
individuare misure strutturali per la risoluzione degli attuali
problemi di esecuzione della pena. La giornalista,
commentando in positivo le conclusioni della commissione, ha
affermato che il legislatore purtroppo trascura le evidenze
scientifiche nelle scelte di politica giudiziaria, omettendo per
esempio di valorizzare il dato della minore recidiva in conseguenza
di esecuzione penale esterna o di detenzione in carcere "aperto"
rispetto alla detenzione in carcere "chiuso", ed ha
provocatoriamente citato un disegno di legge del senatore Berselli
del 2007 volto a restringere ulteriormente l'applicazione della
legge Gozzini, già compressa da precedenti interventi.
Il senatore, raccogliendo la
provocazione, ha spiegato che il fondamento del suo disegno di
legge era il principio costituzionale della certezza della pena; ha
fortemente censurato l'utilizzo della carcerazione preventiva, da
lui ritenuto eccessivo ed arbitrario, nonché concettualmente
contrario alla presunzione di innocenza (da lui così
definita).
Partendo dalle parole del
senatore, Marcello Bortolato ha chiarito che il principio di
certezza della pena non equivale a certezza della carcerazione;
egli ha richiamato l'esistenza di vari percorsi di esecuzione
penale, tutti finalizzati al cambiamento del condannato per il suo
recupero sociale. Ha significativamente affermato che il carcere
deve essere la fabbrica di un uomo nuovo.
Alessandro De Federicis ha riferito
di situazioni detentive sconvolgenti osservate nel corso di visite
presso numerosi istituti di pena. Nell'elogiare il coraggio di
tanti magistrati che approvano i vari percorsi di riabilitazione,
ha evidenziato -per contrapposizione- l'assenza di scelte virtuose
da parte della politica. La sintesi del suo intervento è nel
brocardo, da lui coniato: "meno carcere, più sicurezza", simbolo di
un orientamento culturale aperto che valorizza i successi
dell'esecuzione penale esterna.
Giovanna Di Rosa, consigliere del
CSM e componente della Commissione Mista, ha apertamente dichiarato
il fallimento della politica nelle recenti scelte di esecuzione
penale, esclusivamente improntate al rigore, dettate da emotività
ed emergenza; ha invitato i magistrati ad appropriarsi degli spazi
di discrezionalità loro attribuiti dall'ordinamento per
compensare le conseguenze nefaste di quelle opzioni legislative, in
applicazione della responsabilità che i giudici rivestono verso i
condannati. Il consigliere ha dato atto dell''elevato numero di
atti autolesionistici realizzati di recente non solo dai detenuti,
ma anche dagli agenti di polizia penitenziaria, e del progressivo
depauperamento di risorse che incide drammaticamente sulle
condizioni detentive, denunciando come questi eventi si consumino
nell'indifferenza del mondo politico.
Forte della presenza negli istituti
di pena di 10 regioni, la Comunità di Sant'Egidio, rappresentata da
Mario Marazziti, ha affermato la necessità di una rivoluzione
culturale che rifiuti il carcerocentrismo, sul presupposto della
dimostrata maggior efficacia deterrente delle misure alternative e
dell'indulto rispetto alla detenzione in carcere, in termini di
minor recidiva. Il portavoce della Comunità ha riferito le
varie iniziative concrete realizzate a favore dei condannati, dei
bambini che vivono in carcere insieme alle madri detenute, e del
progetto "liberare i prigionieri in Africa" che tende a migliorare
le disumane condizioni di detenzione nelle prigioni africane
attraverso l'invio di beni di prima necessità.
Al termine della tavola rotonda è
sopraggiunto il Ministro della Giustizia, Paola Severino,
unitamente all'Onorevole Donatella Ferranti. Entrambe erano state
trattenute alla Camera per la discussione del disegno di
legge riguardante l'introduzione della messa alla prova per i
maggiorenni, l'individuazione della detenzione domiciliare
come pena autonoma e la sospensione dei processi a carico degli
irreperibili. Il Ministro ha annunziato con soddisfazione
l'approvazione del testo, da lei presentato, avvenuta con ampia
maggioranza, ed ha preannunciato il massimo impegno per la sua
definitiva approvazione in Senato. L'onorevole Ferranti ha
sottolineato la sinergia tra Governo e Commissione Giustizia, della
quale è componente, nell'approvazione del provvedimento, quale
segnale forte di politica giudiziaria.
A convegno concluso, è stato chiaro
il messaggio univoco trasmesso da tutti (o quasi) i partecipanti,
ciascuno attraverso la sua esperienza relativa al mondo del
carcere: la necessità di un cambiamento culturale nei riguardi
della sanzione penale, specialmente da parte delle forze
politiche, perché l'esecuzione della pena sia finalizzata al
recupero del condannato nell'interesse di tutti i
consociati.