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20 settembre 2020

La mozione approvata dall'Assemblea generale dell'ANM


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L'Assemblea Generale dell'Associazione Nazionale Magistrati, riunita a Roma il 19 e 20 settembre 2020, dopo un diffuso e partecipato dibattito sulle proposte di riforma dell'Ordinamento Giudiziario e del sistema per l'elezione del Consiglio Superiore della Magistratura, esprime netta contrarietà rispetto a qualsiasi utilizzo del sistema del sorteggio, anche se soltanto limitato al funzionamento dell’organo consiliare. Ritiene che, al di là delle differenti opzioni il sistema elettorale che verrà adottato debba garantire i seguenti risultati: assicurare che il Consiglio sia rappresentativo del pluralismo di idee che caratterizza la magistratura; garantire la rappresentanza di genere; consentire agli elettori una effettiva scelta tra un’ampia pluralità di candidati; assicurare la qualità professionale e morale nonché l’autorevolezza dei candidati; evitare la concentrazione di candidati ed eletti in pochi grandi centri. Riconosce che tali risultati sono certamente garantiti dall'adozione di un sistema che contenga componenti di proporzionalità ed auspica che simili opzioni possano essere valutate dal legislatore senza pregiudizi nell'esclusivo interesse di restituire al CSM piena rappresentatività e legittimazione.

Quanto agli altri aspetti della riforma, a fronte di numerose previsioni condivisibili, che per molti profili hanno accolto le richieste dell’ANM, evidenzia tra i punti critici che meritano un ripensamento, la previsione di sanzioni disciplinari quali strumenti per garantire la maggior tempestività dei processi, rilevando che tale previsione, in assenza di misure che effettivamente rendano funzionale il meccanismo processuale, è destinato a produrre risultati ingiustamente punitivi in danno dei singoli magistrati, senza apportare alcun positivo contributo all'effettività e tempestività della giustizia civile e penale. 

L’ANM ribadisce la propria ferma e intransigente contrarietà a qualunque ipotesi di separazione delle carriere.

L’ANM - fermo restando l’impegno dei magistrati a garantire la ragionevole durata del processo compatibilmente con le risorse date - è contraria a qualunque riforma che preveda termini brevi, predeterminati e fissi per la definizione di ogni fase del procedimento e del processo e alla previsione di sanzioni disciplinari conseguenti alla violazione di quei termini, perché questo pregiudica la serietà e la serenità dell’accertamento e la qualità della giurisdizione.

L’Assemblea chiede che con il nuovo CDC dell’ANM venga avviata una costituente per il rilancio dell’azione dell’ANM su rinnovate basi etiche e statutarie con il contributo paritario delle diverse sensibilità culturali presenti in magistratura.

Esprime apprezzamento nei confronti dell'attività svolta dalla Giunta in carica e si attende che la stessa, ancora nelle prossime settimane, prosegua nell’impegno già intrapreso di garantire un confronto franco e leale con il Ministro e con il Parlamento sui temi oggetto della riforma.


Gallery fotografica dell'Assemblea generale dell'ANM (19 e 20 settembre 2020)



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