Int. a M. Carbone:«Svuotare le carceri non è l'unica soluzione»

di Mimmo Mazza - Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
Assicurare alla giustizia una dignità adeguata alla storia di civiltà giuridica dell`Italia. Si apre stamattina a Roma il trentunesimo congresso dell`Associazione nazionale magistrati, un appuntamento che giunge a diciotto mesi dall`elezione dei nuovi organismi dirigenti, a partire dal presidente Rodolfo Sabelli e dal segretario Maurizio Carbone, pubblico ministero a Taranto

Dottor Carbone, negli ultimi 20 anni la contrapposizione tra politica e magistratura è stata spesso forte e urlata. Si può andare avanti così?

Intanto non c`è stata nessuna contrapposizione da parte nostra o per nostro volere, perché noi riteniamo di essere stati oggetto di un attacco sistematico dal quale abbiamo dovuto difenderci, respingendo, doverosamente, gli attacchi rivolti a singoli colleghi oltre che a tutta la magistratura, fatto avvenuto negli ultimi 20 anni in occasione dell`evolversi di alcune vicende giudiziarie. Diciotto mesi fa, quando si è insediata la nuova Giunta esecutiva dell`Anm, pensavamo di poterci confrontare su alcuni aspetti propositivi ma i fatti ci hanno smentito, la definizione di alcune vicende processuali ha portato all`intensificarsi degli attacchi, con campagne denigratorie nei confronti della magistratura, un vero e proprio linciaggio mediatico giunto a proporre addirittura liste di proscrizione di di magistrati. Attacchi che sono stati portati anche alla giurisdizione e al principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Il risultato è che le riforme non si fanno e la credibilità delle istituzioni è fortemente minata, o no?

Inutile nasconderlo, quello che è successo e che ancora accade, crea un diffuso sentimento di sfiducia nelle istituzioni, un problema che anche come magistratura va affrontato, cercando di superare le polemiche e di porre mano a proposte concrete, recuperando dove è possibile un rapporto di collaborazione con gli altri poteri dello Stato.

Poteri che, però, spesso siete chiamati a supplire, come dimostra il caso Ilva.

È accaduto che la magistratura, chiamata a intervenire nell`esercizio dei suoi compiti, abbia riscontrato gravi inadempienze, omissioni e inefficienze di altri poteri, svolgendo così inevitabilmente una attività di supplenza come è avvenuto e ancora succede a Taranto. Nella consapevolezza della doverosità dell`intervento e dei limiti che hanno gli strumenti giurisdizionali.

Qual è la posizione dell`Anm sull`amnistia e indulto proposti dal presidente Napolitano?

«Intanto chiariamo subito che si tratta di una scelta riservata al Parlamento. Se tale scelta viene fatta, occorrono sia l`amnistia che l`indulto per evitare di ripetere l`errore del 2006, quando, con il solo indulto, fummo costretti a fare processi dei quali già si sapeva che nessuno avrebbe mai espiato la pena e dunque quel provvedimento non servì minimamente a snellire il carico di lavoro dei tribunali. Un provvedimento di clemenza per il sovraffollamento carcerario, per la situazione disumana delle carceri non può essere l`unica soluzione ad un problema che si ripropone ciclicamente e che ha bisogno di riforme strutturali per essere affrontato e risolto una volta per tutte. L`amnistia e l`indulto sono rimedi-tampone, utili solo nel breve periodo e il Capo dello Stato, se il suo messaggio alle Camere viene letto in maniera approfondita e non superficiale, è assai più ampio, va ben oltre la clemenza, sollecitando la politica a fare quelle riforme che da anni attendono di essere varate per sfuggire alla logica dell`emergenza».